Cosa deve saper fare un bambino che va in prima elementare: quali prerequisiti.

Cosa deve saper fare un bambino che va in prima elementare: quali prerequisiti.

Arrivati all’ultimo anno di scuola dell’infanzia, i bambini dovrebbero aver raggiunto alcuni prerequisiti necessari per un sereno passaggio alla scuola primaria. 

 

Come capire se un bambino è pronto alla prima elementare.

 

 

 

Nel corso dei tre anni di scuola dell’infanzia i bambini e le bambine compiono un percorso organico, che li porta a sviluppare innumerevoli competenze in diverse aree di sviluppo.

 

Le insegnanti, al termine del ciclo, condividono con i genitori i traguardi raggiunti e quelli ancora da costruire, suggerendo quali attività proporre ai bambini per consolidare in loro sicurezza e competenze.

 

Ogni istituto comprensivo utilizza una diversa scheda per misurare e in qualche modo valutare le competenze raggiunte dai bambini. Ma quali sono queste competenze e quali sono le più rilevanti?

 

Per semplicità mi focalizzerò su cinque grandi aree di sviluppo: autonomia, emotività e socializzazione, motricità globale e fine, comunicazione verbale e non, logica e matematica, poi per ciascuna di esse, proporrò giochi e attività utili ad implementarle.

 

Per capire se un bambino è pronto a passare in prima elementare è importante tenere presente il suo percorso nell’insieme e ricordare che ogni singolo bambino ha un punto di partenza ed una traiettoria di sviluppo e quindi anche un punto di arrivo differente.

 

Le griglie di valutazione si sforzano di offrire dei criteri, ma non esauriscono la ricchezza di ciascun percorso e spesso, chi è partito da uno svantaggio, proporzionalmente percorre più strada di altri compagni più abili e capaci.

 

Quelli che seguono quindi vogliono essere semplicemente spunti di lavoro per bambini e genitori e non tabelle di misurazione del valore di un bambino o di una bambina.

 

 

 

Prerequisiti ovvero come capire se un bambino è pronto a passare in prima elementare?

 

 

 

I prerequisiti sono abilità o competenze di base, necessarie per strutturare conoscenze più complesse come quelle richieste per l’apprendimento della lettura, della scrittura e delle discipline che in generale vengono proposte nel corso del primo anno di scuola primaria.

 

I prerequisiti vengono raggiunti grazie ad un percorso educativo lento e graduale, che si struttura dall'inizio della vita del bambino e non solo negli anni di nido o scuola dell’infanzia.

Le abilità necessarie per raggiungere i prerequisiti, possono essere esercitate insieme ai bambini, con una serie di giochi ed attività mirate, suddivisibili in cinque grandi aree di sviluppo.

 

 

 

  1. Prerequisiti e area dell’autonomia.

 

 

A cinque anni il bambino dovrebbe aver già consolidato alcune autonomie come sapersi vestire da solo o provvedere alla propria igiene personale.

 

A questa età dovrebbero però anche comparire alcune competenze che riguardano l’autonomia di pensiero, legate alla costruzione di una buona identità, come saper riordinare spontaneamente o saper prendere iniziative nel gioco, comprendere l’importanza di alcune regole e saperle rispettare, saper portare a termine un’attività intrapresa e sapersi concentrare.

 

Se ritieni che il tuo bambino abbia bisogno di rafforzare la sua autonomia, abitualo a fare più cose possibile da solo, aiutalo solo quando strettamente necessario, permettigli di fare errori e di correggere il tiro, non sostituirti a lui.

 

 

Attività per sviluppare l’autonomia e concentrazione:

 

 

  • Sbrigare piccole faccende come apparecchiare, può aiutarlo a sentirsi più sicuro.
  • Cucinare insieme, gli permette di comprendere in modo piacevole una serie di rapporti causa-effetto e gli insegna a dosare forza e movimento. 
  • Leggere storie e ricostruirne i passaggi, lo esercita a concentrarsi.
  • Fatti aiutare in ogni cosa che può fare, lo farà sentire capace e importante.
  • Permettigli di fare quante più cose possibili da solo, lo farà diventare capace e competente.

 

 

  1. Prerequisiti e area dell’emotività e della socializzazione.

 

 

Questi due aspetti rivestono una primaria importanza perché, come sappiamo, proprio attraverso relazioni serene ed un buon sviluppo emotivo, passa quella speciale esperienza che è l’apprendimento.

A cinque anni un bambino dovrebbe vivere con sicurezza lo stare a scuola e aver strutturato relazioni positive con gli adulti e con i pari, dovrebbe saper chiedere aiuto in caso di bisogno e saper dare un nome alle proprie emozioni, saper condividere e lavorare in piccolo gruppo collaborando.

 

Ovviamente molte di queste competenze provengono dall’aver svolto un percorso scolastico sereno, ma possiamo lavorarci su anche a casa, con piccoli accorgimenti.

 

 

Attività per favorire lo sviluppo socio-emotivo:

 

 

  • Cenare senza tv o video, per dare spazio alla condivisione e al dialogo.
  • Partire dal racconto della nostra giornata, per poi farci raccontare la loro, ci aiuterà a costruire un dialogo duraturo per gli anni a venire.
  • Imparare ad osservare il nostro modo di stare con gli altri per comprendere, di conseguenza, quello messo in atto dai nostri bambini, che sempre ci osservano e imparano da noi.
  • Offrire quante più occasioni per mettersi in gioco insieme ad altre persone: amici, conoscenti, familiari ma anche estranei, ci regala sempre nuove competenze relazionali.
  • Rileggere insieme episodi e momenti emotivamente impegnativi, tristi, divertenti, felici. Fare il "gioco delle emozioni"  per imparare a comprendere le proprie e le altrui emozioni.

 

 

  1. Prerequisiti e area della motricità globale e fine.

 

 

Anche l’area del movimento fine e globale, a cinque anni dovrebbe essere abbastanza raffinata.

I bambini dovrebbero saper padroneggiare alcuni schemi dinamici come correre, saltare, arrampicarsi, riprodurre con il corpo una posizione, lanciare ed afferrare una palla, riconoscere le varie parti del corpo e saperle riprodurre graficamente.

 

Per farlo dovranno anche possedere alcune competenze motorie fini, che prevedono l’utilizzo coordinato di occhio e mano come: saper utilizzare la presa a pinza per impugnare correttamente matite e pennarelli, saper ritagliare, infilare perle e stringhe, incollare e posizionare correttamente gli elementi di un’immagine, allacciare cerniere e lacci e non ultimo, avere una lateralizzazione definita, usare cioè prevalentemente la mano destra, la sinistra o possedere una lateralità incrociata e in fine riconoscere le qualità tattili.

 

 

Attività e giochi per sviluppare le competenze motorie.

 

 

  • Lasciar giocare i bambini nella natura, fare passeggiate e praticare insieme sport all’aperto.
  • Proporre attività senso-percettive di tipo montessoriano, in tutte le loro declinazioni come quelle che qui ti propongo.
  • Favorire il movimento spontaneo in tutte le sue forme: svolgere tragitti a piedi se possibile, salire e scendere le scale, utilizzare tricicli e biciclette, abituare i bambini alla fatica fisica.
  • Si possono costruire insieme puzzle, per affinare la coordinazione oculo manuale.
  • Scegliere immagini da volantini e riviste per creare collage e per abituarsi a ritagliare, incollare e ricomporre.
  • Favorire le attività artistiche spontanee, come il disegno e la pittura, per aiutare i bambini a riprodurre graficamente storie ed esperienze, migliorando la padronanza dello spazio foglio.

 

 

  1. Prerequisiti e area della comunicazione verbale e non verbale:

 

 

Il linguaggio, in tutte le sue accezioni, sia verbali che non verbali, è centrale perché aiuta a comunicare e consente alle persone sia la socializzazione che l’espressione di sentimenti ed emozioni.

 

Per un bambino di cinque anni è fondamentale prima di tutto aver acquisito la capacità di ascoltare, racconti e storie, ma anche le comunicazioni dei compagni e degli insegnanti.

 

Questo gli consentirà poi di riuscire a sua volta, a raccontare esperienze personali, riferire situazioni, ripetere storie ascoltate, leggere e descrivere immagini indicando di chi si parla, comprendere ed eseguire tre comandi in successione, intervenire in modo pertinente.

 

Il presupposto per raggiungere tutte queste competenze è che il linguaggio si sia sviluppato nel modo più corretto.

Se questo non fosse avvenuto è fondamentale sostenere il bambino nel recupero delle abilità mancanti, attraverso un percorso di logopedia o educazione al linguaggio.

 

 

Attività e giochi per favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche, verbali e non:

 

 

  • Proporre ai bambini giochi fonologici come: è arrivato un bastimento carico di… qualcosa che comincia per… A: anelli, amici, animali ecc.
  • Catene di parole come: dire tanti nomi di animali che vivono nel bosco, nel mare o nel cielo.
  • Giochi di indovinelli, in cui il bambino ascolta una descrizione e prova ad indovinare, per poi a sua volta fare un indovinello, descrivendo qualcosa, per esempio: che cos’è di colore bianco, freddo e soffice?
  • Giochi fonologici per la divisione in sillabe, per individuare la lettera iniziale o le lettere di un nome: con quale lettera inizia il tuo nome? Ritagliare letterine e ricomporre il proprio e altri nomi.
  • Lettura di storie per immagini: fatevi leggere il suo libro preferito, non partendo dal testo ma dalla descrizione delle illustrazioni. Chi è il protagonista dell’azione, cosa dice e cosa succede. Tutti i bambini possono farlo, anche i più piccoli.
  • Leggere, leggere e ancora leggere, a tutti i bambini e le bambine. Ogni volta che potete.

 

 

  1. Prerequisiti e area logico-matematica:

 

 

L’area di sviluppo logico-matematica nei bambini non ha uno sviluppo teorico ma è prettamente legata al corpo e al movimento, per questo da quando il bambino inizia a muoversi in autonomia, il suo corpo lo aiuta a leggere la realtà che lo circonda anche quantificando, misurando, soppesando, valutando, calcolando.

 

Se ben ci pensiamo i passi di un bambino misurano lo spazio, quando mette in fila i suoi giocattoli sta valutando la distanza e il percorso matematicamente e geometricamente, quando si arrampica vive la tridimensionalità e così via.

Quindi anche qui ritorna l’importanza di favorire nei bambini il movimento, soprattutto quello spontaneo.

 

A cinque anni le competenze logico-matematiche sono legate all’organizzazione spaziale, quindi conoscere i concetti topologici per saper organizzare lo spazio foglio ed eseguire, un dettato grafico per esempio: disegna in alto il sole, in basso un prato, sopra il prato una casa, dietro la casa un albero alto.

Saper riprodurre graficamente vissuti, racconti e situazioni, ma anche saper riprodurre un modello dato, per esempio copiare una parola scritta.

Classificare oggetti per forma, colore, dimensioni, saper formare insiemi definendo il criterio usato, riconoscere l’intruso in un insieme, saper quantificare e contare, riconoscere i numeri e valutarne le quantità, almeno fino a 10. Conoscere le forme e le dimensioni.

 

 

Attività e giochi per lo sviluppo dell’area logico-matematica:

 

 

  • Contare e poi definire le quantità secondo un criterio: conta i tuoi pupazzi, sono di più quelli piccoli? Sono meno quelli colorati o quelli marroni? Quelli grandi e quelli piccoli sono tanti quanti?
  • Misurare oggetti e percorsi, contando con il corpo: contiamo gli scalini, i passi che servono per andare in cucina o in cameretta, misuriamo la lunghezza del giardino contando i passi, misuriamo il tappeto mettendo le macchinine in fila.
  • Fare insieme seriazioni: mettiamo le bambole dalla più piccola alla più grande, i pastelli dal più alto al più basso, le pentoline dalla più grande alla più piccola e viceversa.
  • Costruiamo un insieme di biscotti mentre facciamo colazione, un insieme di fiori mentre siamo a passeggio, un insieme di utensili da cucina mentre prepariamo la cena e così via.
  • Misuriamo il tempo: prima, adesso, dopo. Cosa succede all’inizio della storia, durante e alla fine.

 

 

Un bambino che si prepara a frequentare la prima classe della scuola primaria, può essere aiutato a raggiungere i prerequisiti, a fare meno fatica e ad avere meno ansia, svolgendo tra queste, le attività di cui ha più bisogno, quelle cioè legate alle sue aree di caduta.

 

 Non dimenticando che tutti abbiamo dei punti di forza e altri di debolezza, che ci caratterizzano e ci rendono unici e che ogni bambino e bambina per crescere e dare il meglio di sé, deve essere lasciato libero di imparare secondo i propri tempi, le proprie caratteristiche cognitive e il proprio stile di apprendimento.
 

 

I genitori possono dare un grande aiuto in questo evitando l’ansia da prestazione o da valutazione.

 

 

                                                                                                                                                                             Designed by Freepik

Cristina Vitali
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