Come ringraziare le insegnanti dopo il percorso alla scuola dell’infanzia, senza usare parole di altri.

bambino abbraccio maestra saluti

Ho scoperto, con un pizzico di stupore, che i genitori si affidano a internet per trovare le parole giuste da dire alle insegnanti, alla fine del percorso dei loro figli…

 

Cosa scrivere per ringraziare le insegnanti alla fine di un percorso.

 

 

Il percorso della scuola dell’infanzia è fatto di tre o quattro anni, anni decisivi e delicati, in cui i bambini e le bambine delineano la loro identità e cominciano ad esprimere i tratti della loro personalità.

Anni impegnativi per i genitori, che intraprendono il primo distacco dai figli e cominciano ad intravvedere le potenzialità e talvolta le prime difficoltà dei loro piccoli.

Anni in cui uno o più adulti, inizialmente sconosciuti, si prendono cura dei nostri bambini, lontano dai nostri occhi e quindi anni di dubbi e di fiducia, a volte faticosamente, costruita.

Anni di scoperte e conquiste ma anche di impegno e fatiche. Alla fine, ogni anno al momento dei saluti, il cuore ribolle di mille emozioni, lo sai e lo vedi quando all’ultimo colloquio, quello di chiusura, spesso arrivano le lacrime a dire quello che le parole, non hanno saputo raccontare.

Per tutte queste ragioni, quando ho scoperto che un biglietto indirizzatomi da un gruppo di genitori, era stato in qualche modo ispirato da un Blog, ho sorriso di tenerezza perché so che chi me lo ha donato pensava veramente quello che ha scritto.

Nello stesso tempo però, penso sia bello, offrirti uno spunto per trovare il modo di ringraziare le insegnanti alla fine di un percorso scrivendo parole tue. Ci provo chiedendoti di fare un esercizio: di seguito cercherò di raccontarti cosa direbbe un bambino, se sapesse scrivere, per ringraziare la sua insegnante.

Prova a vedere se riconosci qualcosa di te.

 

Come ringraziare le maestre, le parole che un bimbo userebbe.

 

 

Grazie maestra, perché quando avevo tre anni e mi hai accolto, prima di me, hai saputo accogliere i miei genitori. Quando la mamma era piena di ansia perché doveva lasciarmi, hai sorriso e fatto battute per aiutarla a sdrammatizzare. Quando piangevo e mi aggrappavo a lei come un koala, hai saputo prendermi con dolcezza e rassicurarla con uno sguardo sereno.

 

Grazie maestra, per avermi insegnato il grande valore dell’autonomia. Quando sono arrivato non sapevo neppure togliermi la giacca da solo, eppure tu non hai mai fatto le cose al posto mio, hai saputo aspettare i miei tempi e hai continuato ad incoraggiarmi, perché potessi scoprire che fare da soli significa sentirsi grandi, più forti e liberi.

 

Grazie maestra, perché quando mi hai accolto ero piccolo ed egocentrico e non avevo incontrato che pochi bambini. Tu mi hai mostrato che i compagni intorno a me non erano nemici ma complici, non volevano rubarmi i giocattoli ma interagire, non volevano competere con me ma condividere, erano, ma non lo sapevo ancora, i primi amici della mia vita. Oggi che sto per andarmene da qui, sono il regalo più grande, che lo stare alla scuola dell’infanzia mi abbia fatto.

 

Grazie maestra, perché nei momenti difficili, quando mi ammalavo di continuo o quando incontravo difficoltà a cui nessuno sapeva dare un nome, tu sei stata al nostro fianco e hai saputo trovare la strada per sostenere me e i miei genitori.

 

Grazie maestra, perché hai saputo guardarmi con sincerità e a volte, vedere più lontano di mamma e papà. Grazie alla tua esperienza, ci hai fatto scoprire splendide caratteristiche che io non sapevo di avere e che crescendo potrò coltivare.

 

Grazie maestra, per quando in famiglia le cose si sono fatte difficili e tu mi hai detto che anche tu hai una famiglia e che può capitare a tutti che la strada si faccia difficoltosa e in salita. Ma proprio in quei giorni, ogni volta che ti guardavo, sentivo il tuo sguardo e la tua cura.

 

Grazie maestra, perché insieme, tu, io e i miei amici, abbiamo vissuto mille avventure: viaggiato, sperimentato materiali, scoperto giochi divertenti, letto storie affascinanti, costruito, tagliato, disegnato, impastato, sporcato, ripulito, bagnato pavimenti e vestiti, fatto pasticci e riparato, insomma non siamo stati mai fermi. A volte non sapevamo neppure noi dove ci avrebbero portato quelle avventure, ma le abbiamo vissute e ci siamo divertiti e ora vedo dove siamo arrivati.

 

Grazie maestra, perché mi hai indicato costantemente cosa significasse diventare grandi e non hai mai abbassato l’asticella. Hai creduto in me e hai preteso che ci credessi anch’io, anche quando non ero sicuro o non sapevo vedere il mio valore. E questo mi ha migliorato e reso più forte e sicuro.

 

Grazie maestra, per tutte le volte che ti sei intestardita a dirmi: non mollare, non piangere, puoi farcela, ne sei capace, imparerai, la fatica fa crescere i muscoli (ti renderà più forte non temerla), chi sbaglia impara (non avere paura degli errori), non vedi quanto sei in gamba? Beh, queste frasi me le hai dette così tante volte, che le ho imparate a memoria e insieme ai miei amici le ripetiamo spesso.

 

Grazie maestra, per tutte le volte che mi hai sgridato e non hai voltato lo sguardo, anche se farlo sarebbe stato più comodo. Le tue parole, mi hanno indicato la strada e senza, sarebbe stato più difficile capire dove andare.

 

Grazie maestra, perché oggi che sto per lasciarti (e forse non ci rivedremo più), sono un bambino, sono una bambina, grande, intraprendente, capace, competente, autonomo/a, sicuro/a dei miei mezzi. Ho affrontato fatiche e difficoltà e ora so che posso farcela e si, la scuola primaria è una nuova avventura e mi mette un pochino di paura, ma quando ti guardo e tu mi dici grazie per questi tre anni, so di aver fatto un buon percorso, so di aver arricchito il gruppo con il mio contributo e soprattutto so che la ricchezza che abbiamo condiviso mi accompagnerà anche in futuro.

 

 

Frasi per ringraziare le maestre ma pensando outside the box.

 

 

Thinking outside the box, un modo di dire che intende ispirarci a guardare le cose da un diverso punto di vista.

Mi piace molto questa idea e spero, con l’esercizio precedente di averti aiutato a guardare l’esperienza scolastica del tuo bambino o bambina con occhi diversi, per così dire, dall’interno.

I grazie che un bambino direbbe alla sua maestra, non vogliono essere spunti da copiare, ma uno sguardo sulla quotidianità e sulla storia del tuo bambino. 

 

Prenditi un po' di tempo per riflettere e chiederti in quali di quegli spunti lo riconosci? In quali ci sei anche tu, ci siete voi?

 

Ecco, proprio da qui si può partire per costruire il proprio personale saluto, scrivendo frasi per ringraziare le maestre significative e originali.

 

Dire grazie significa riguardare il tratto di strada percorso insieme, rivedersi dentro diversi momenti, privati e non, dentro numerose esperienze, riascoltare le sensazioni e le emozioni vissute, insieme al proprio partner e al proprio bambino.

Questo esercizio è utile soprattutto perché ci abitua a percepirci dentro un percorso in divenire, quello educativo, che è fatto di più protagonisti e che non è mai statico.

Da un punto A si passa al punto B e, a volte, può capitare anche di fare qualche passo indietro, ma è importante sapere che non si è soli e se si impara a comunicare e a condividere, tutto diventa più attraente e meno faticoso.

Se ci sono stati, o ci sono ancora, momenti di fatica impariamo a guardarli come occasioni di crescita, la fatica spaventa e a volte fa perdere la bussola, ma proviamo a guardare anche gli splendidi muscoli che la fatica regala, a noi e ai nostri bambini.

Insomma le riflessioni possono essere tante e diverse, a volte di segno opposto ma possono far scaturire una maggiore consapevolezza in te e nelle insegnanti.

 

Il grazie ai miei alunni. 

 

 

Anche io quando è il tempo dei saluti, mi emoziono e anche se sono passati molti anni e moltissimi bambini e bambine, quel momento è sempre intenso.

In realtà non è tanto il saluto ad essere impegnativo, quanto il realizzare ad un certo punto dell’anno scolastico, che quelli sono gli ultimi tempi in cui la tua vita sarà arricchita dallo stare proprio con quei bambini e bambine.

Cominci a pensare che li hai accolti quando erano davvero tanto piccoli, ricordi loro di come storpiavano il tuo nome o di come piangevano abbarbicati alla mamma e loro ridono di cuore e ti guardano con occhi sorridenti.

Questo gioco, solo per dire che abbiamo fatto storia insieme e per ribadire che non sono più quei bambini e loro lo sanno, ora si giocano da protagonisti, insieme, come un gruppo di amici pronto ad intraprendere una nuova avventura.

Ognuno di loro ha la propria storia, la propria personalità e il proprio modo speciale di relazionarsi con te ma tutti, nel tempo, trovano la loro personale modalità, per essere grati del fatto, e te lo riconoscono, che tu sei stata per loro quella chiave che ha permesso di aprire molte porte: la porta dell’amicizia, delle scoperte, dell’apprendimento, delle conquiste, in definitiva la porta dello stare in gruppo, del socializzare.

Loro ti ringraziano ogni giorno, lontano dai loro genitori, senza spendere soldi per regali o altro, lo fanno con il tifo da stadio, quando arrivi sul turno pomeridiano, lo fanno abbracciandoti ogni volta che possono, lo fanno ripetendoti maestra da grande ti sposo, e tu rispondi mettiti in fila c’è la lista d’attesa e loro ridono e ridi anche tu.

Sanno essere infinitamente riconoscenti e gentili ed è anche per questo che li ringrazio prima che se ne vadano.

 

Grazie, perché quando sei arrivato eri piccolo e avevi paura di stare senza i tuoi genitori ma ti sei fidato di me.

Grazie, perché hai pianto, litigato, strillato, ti sei arrabbiato, hai faticato ma a poco a poco ti sei aperto e hai imparato che ci sono anche gli altri.

Grazie, per la tua attenzione, la tua creatività, la tua gentilezza, la tua curiosità, la tua tenerezza.

Grazie, per i tuoi sorrisi e per i tuoi abbracci, che hanno saputo trasformare i giorni no, in giorni si.

Grazie, per quando la vita mi ha colpito e tu, in punta di piedi, mi hai detto: sei triste maestra? Se vuoi ci siamo noi per te.

Grazie, perché quando la vita ha colpito te, hai accettato che stessi al tuo fianco.

Grazie, per quando anche se ti costava tanta fatica fare qualcosa, l’hai fatta desiderando di farmi contenta.

Grazie perché ora vai e lo fai come sai fare tu, col sorriso e senza voltarti indietro, perché qualcosa di grande ti chiama.

 

 

                                                                                                                                                                                  Designed by Freepik

Cristina Vitali
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