A caccia dell’Orso di Michael Rosen e Helen Oxenbury. Un libro tutto da giocare.
Perché recensire un capolavoro della letteratura per l’infanzia, che già molti conoscono? Perché ogni libro può essere guardato, ops, letto da più punti di vista…
E il mio personalissimo punto di vista è quello di una narrazione animata, drammatizzata, vissuta con il corpo, con la voce, con gli sguardi, i gesti e soprattutto, condivisa con i bambini.
Leggere, drammatizzando per i bambini, è un pò come accendere la magia.
Amo drammatizzare le storie per i bambini, perché sento che ogni volta che, come narratrice, mi faccio piccola e perciò buffa o timida, temeraria o scanzonata, maestosa o paurosa, insomma ogni volta che scendo al loro livello, che è quello della magia, dell’immaginazione, dell’avventura, mi ritrovo in alto, sulle ali che solo un buon libro ci sa regalare.
A caccia dell’Orso, di Michael Rosen e Helen Oxenbury, edizioni Mondadori, è proprio questo tipo di libro.
E’ arrivato a scuola, un giorno, regalato da una famiglia e appena lo abbiamo aperto insieme, i bambini ed io, si è azionato l’interruttore della magia.
La splendida spiaggia della prima illustrazione, ci ha subito suggerito che si sarebbe trattato di vivere un’avventura e così è stato…
“A caccia dell’orso andiamo.
Di un orso grande e grosso.
Ma che bella giornata!
Paura non abbiamo.”
La trama ci offre l'occasione per giocare con il corpo.
La storia racconta di una famigliola: papà, mamma e tre bambini che, in compagnia del loro cane, vanno a caccia dell’orso.
Sono già in tanti, ma noi abbiamo pensato che stringendoci un po', forse avremmo potuto trovare posto, così ci abbiamo provato ed ecco che, immediatamente, siamo stati proiettati proprio in mezzo ad un bel campo di erba frusciante. E’ fresca, profumata, un pochino fastidiosa, ma assaporiamo questo momento e ci facciamo largo ridendo, lei ci punge un po', è più alta di noi, ma va bene lo stesso perché è divertente.
Avanziamo a fatica ed ecco che più in là si incontra un fiume freddo e fondo. Ci fermiamo perché sembra pericoloso e ci chiediamo: sarà prudente attraversarlo? Subito i più temerari si fanno avanti, si lanciano, ma splash splosh! Siamo già tutti dentro l’acqua, qualcuno nuota, qualcun altro tiene la testa fuori e le braccia alzate, forza dai!
Ne siamo usciti bagnati e felici ed ora?
Oh! Melma! Nooo! Di male in peggio!
Guardo le loro facce e vedo smorfie di disgusto, certo a chi piacerebbe infilare piedi e gambe dentro una melma densa e scura che appiccica e ti tiene avvinghiato? A nessuno!!!
Ma a noi si: ci sguazziamo dentro, la attraversiamo, ci avvolge le gambe e i piedi si fanno pesanti, forse puzza anche un po', ma andiamo avanti e quando comincia ad essere troppo fredda, decidiamo che basta, è ora di andare oltre.
Prima però scuotiamo dai piedi tutto il fango. Dai più forte! Aiutiamoci anche con le mani, bleh che schifezza!
Ora abbiamo voltato pagina e… Oh oh! Un bosco!
E’ buio e fitto, forse un po' umido e nel silenzio qualcosa scricchiola, procediamo in punta di piedi ma…
Scric scroc! Bambini attenti ai rametti che stiamo calpestando, fanno rumore e… se ci fosse un lupo? Circospetti avanziamo, camminando sulle punte dei piedi, un dito sulla bocca, occhi spalancati, fiato sospeso…
Credevamo di avercela fatta e invece, appena fuori dal bosco, in un attimo si scatena una tempesta! E’ terribile.
Dai ripariamoci gli occhi! Procediamo piegati per superare neve e vento, avanti ce la faremo… poi d’improvviso, ci siamo, ecco laggiù una grotta…
Ci avviciniamo piano e tutto è buio, sentiamo timore, no paura, terrore, cominciano a tremarci le gambe e poi battiamo i denti e…
Un epilogo movimentato che diverte grandi e piccini.
E poi se davvero desiderate sapere come finisce la storia, dovrete anche voi aprire il libro e leggerlo, rendendolo reale proprio come abbiamo fatto noi.
Dovrete superare tutti gli ostacoli, provare entusiasmo, timore, disgusto, freddo, terrore, fatica, prurito, tutta la gamma delle sensazioni, che tutti i luoghi che abbiamo visitato sanno regalare e poi forse, solo alla fine, sollievo.
Non vogliamo spoilerare nulla, diciamo solo che alla fine il divertimento è assicurato e soprattutto che tutto sarà molto rapido e incredibilmente divertente.
Una volta tornata la calma, richiuso il libro, ci guardiamo: gli occhi brillano, i visi sono accesi di allegria, tutti, ma proprio tutti hanno partecipato e si sono spinti oltre l’imbarazzo e la paura, insieme abbiamo conquistato la salvezza e la caccia è andata bene.
Avrete capito quanto questo libro ci abbia coinvolto e divertito. Ogni tanto quando ci va lo tiriamo fuori e ci giochiamo nuovamente e anche se conosciamo la storia e sappiamo già tutto, l’avventura si rinnova e riparte tutto da capo.
Proprio ieri, alla nostra gita annuale, sotto la pioggia, dentro il bosco che ci ha accolto, ci è venuto spontaneo ripetere insieme:
“A caccia dell’orso andiamo, un orso grande e grosso, paura non abbiamo, ma che bella giornata!”
Questa è la magia che si crea e si ripete, sarà il libro o forse saremo noi, ma è troppo bello.
L’avventura qui descritta, può essere vissuta in gruppo, ma non è meno coinvolgente se, a casa, si decide di provarci semplicemente con il proprio bambino o bambina.
E’ un’attività che incrocia e tende a potenziare, diverse competenze: quelle linguistiche attraverso la narrazione e la riproduzione di suoni onomatopeici, la capacità di ascolto, la logica per seguire le sequenze della storia, la capacità di rievocazione degli eventi e di previsione, quella di drammatizzazione con gesti ed espressioni del viso ed in fine, non ultima, l’attività motoria, unita alla capacità di seguire il gruppo in modo coerente.
Può essere proposta in uno spazio ampio come la palestra, dove si trasformerà in gioco motorio, oppure può essere vissuta, semplicemente, seduti in cerchio e non perderà neppure un po' del suo fascino e del divertimento che regala.
A caccia dell’Orso quindi, è un libro che aiuta a giocare, regalando tante opportunità di divertimento e crescita, per grandi e piccini.
Designed by Freepik