Inserimento alla scuola dell’infanzia. Cosa fare e cosa non fare per un sereno passaggio.

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Il primo ingresso di un bambino o di una bambina alla scuola dell’infanzia, costituisce per molte famiglie una sorta di debutto in società. Ecco alcune strategie per affrontare questo momento serenamente...

 

 

 

Come affrontare l'inserimento alla scuola dell'infanzia:

coltivare la fiducia, per controllare l'ansia.

 

 

 

cosa fare.

 

 

 

Avere fiducia nel proprio bambino, sapendo che ha dentro di sé tutte le risorse che servono per vivere un buon inserimento e per stare bene a scuola e che, se ancora non sa fare qualcosa da solo, presto verrà aiutato ad impararlo.

 

Avere fiducia nelle insegnanti, magari non le conosciamo personalmente ma sono professioniste, spesso con alle spalle, molti anni di insegnamento.

Hanno visto crescere ed educato centinaia di bambini e bambine e mettono a nostra disposizione tutto il loro savoire faire.

 

Soprattutto avere fiducia in noi stessi e nel nostro partner, siamo genitori che camminano e crescono insieme ai figli e dobbiamo essere consapevoli che questo passaggio renderà migliori noi e loro.

 

 

  
 cosa non fare.

 

 

I piccoli escono dal guscio della propria famiglia, in cui nei primi anni sono stati accolti e protetti, per entrare in un universo fatto di nuovi adulti e soprattutto di altri bambini e bambine.

Quello dell’inserimento è un momento davvero delicato sia per i bambini che per i loro genitori, i nonni e gli adulti in genere.

E’ un momento in cui molte ansie si affacciano: gli educatori a cui li stiamo affidando ci sono sconosciuti, proviamo senso di colpa per il fatto di lasciarli, temiamo che possano non stare bene. Insomma le paure e i dubbi possono essere molti, ma vanno affrontati con serenità e con una certa dose di razionalità.

 

 

Dire ai nostri figli, a parole, che la scuola è bella ma poi lanciare inconsapevolmente messaggi di segno opposto, creando un’incongruenza emotiva tra ciò che diciamo e ciò che pensiamo davvero.

Per fare questo importante scatto dobbiamo lavorare su di noi, soprattutto noi mamme.

E’ naturale sentirsi intimoriti o preoccupati per il distacco, ma sappiamo che è un passaggio fondamentale. Incoraggiamo dunque i nostri piccoli con il sorriso, ma solo dopo aver lavorato sulle nostre paure, perché sia un sorriso sincero e coerente.

In caso contrario loro se ne accorgeranno e avranno i nostri stessi dubbi, semplicemente ingigantiti e come ben potete immaginare questo non li aiuta.

 

 

 

Cosa è il dialogo educativo:

imparare a dialogare con le insegnanti, con i nostri figli e in famiglia.

 

 

 

 

cosa fare.

 

 

 

Raccontare ed ascoltare, senza paura, il più possibile, confrontandosi tra adulti ma anche e soprattutto con il proprio bambino, imparando fin da ora a costruire un ascolto attivo, empatico ed emotivamente attento.

 

Impariamo a comunicare le nostre emozioni e invitiamolo/a a condividere i suoi dubbi, i suoi timori, le sue fatiche.

Con il tempo arriveranno senz’altro anche la gioia di aver costruito nuove amicizie, l’affetto per le sue maestre, l’entusiasmo delle nuove scoperte, la gioia delle avventure condivise, ma all’inizio al centro della comunicazione verbale e non, ci saranno soprattutto le fatiche riguardanti il distacco.

 

Impariamo anche ad osservare il linguaggio non verbale, senza però crearci troppe ansie.

Parliamo tranquillamente dei nostri eventuali dubbi con le insegnanti, saremo accolti e questo ci aiuterà a conoscerle meglio e ad essere più sereni.

 

 

 

cosa non fare.

 

 

 

Sminuire le emozioni, soprattutto quelle negative, far finta di niente, sentirsi in imbarazzo perché altri ci osservano o perché altri bimbi sono entusiasti e il nostro no.

Ogni emozione va accolta e compresa, anche quelle che ci mettono alla prova.

Ognuno è unico, ha la propria storia e allo stesso modo va incoraggiato a mettersi in gioco per ciò che è.

 

 

 

 

Perchè i bambini piangono quando vanno alla scuola dell'infanzia:

il momento più delicato è quello dei saluti.

 

 

 

 cosa fare.

 

 

 

Accogliere il pianto come una cosa normale, fisiologica, in un momento così intenso. Rassicurare con una coccola, un sorriso, un piccolo gioco portato da casa.

 

Essere sinceri e coerenti con quanto abbiamo detto al bambino: se lui o lei si aspetta di vederci arrivare per primi e noi sforiamo l’orario di uscita, non sarà facile poi riconquistare la sua fiducia.

 

Salutarlo con un abbraccio, un piccolo rito tutto nostro ma poi andare, con serenità, un bel sorriso e una buona dose di fermezza, per resistere anche se dovesse piangere, strepitare, dimenarsi.

Questa è una modalità comune a molti bambini, che esternano in modo incontenibile il loro disappunto ma dopo pochi minuti dal distacco, a volte letteralmente dopo attimi, si girano e vanno a giocare con i nuovi amichetti.

 

Ascoltare ed accogliere con fiducia i consigli offerti dalle insegnati. Sono esperte e vogliono aiutarvi, è vero che non conoscono i vostri bambini come voi, ma stanno a lungo con loro e li guardano da un punto di vista privilegiato, che voi non avete, e che è importante condividere.

 

 

 

cosa non fare.

 

 

 

No a fughe senza averlo salutato, così non piange… quando si girerà e non vi troverà, piangerà eccome.

 

No a saluti infiniti, in cui il genitore non è in grado di far fronte alle reazioni emotive del piccolo e le potenzia, rimanendo impigliato nel pianto e a volte nei capricci.

 

No alla fretta, è una cattiva consigliera. Concediamoci di usare tutto il tempo richiesto dalla scuola per fare le cose per bene, prima di lasciarlo per tutto il giorno. E ogni giorno troviamo il tempo per salutarlo con calma e serenità. Se al nostro bambino servono più giorni che agli altri, non spaventiamoci, ognuno ha i propri tempi, prendiamoci tutto quello che serve a lui e a noi. Ne saremo ripagati in seguito, con un percorso sereno e gratificante.

 

No ai ritardi, soprattutto nei primi giorni. I bambini si aspettano puntualità e coerenza con quanto promesso.

 

 

 

 

Che cosa si intende per educazione alimentare:

scuola e famiglia dialogano sul cibo, cibi si-cibi no.

 

 

 

 

 Il momento del pranzo è veramente delicato, ogni bambino ed ogni famiglia hanno abitudini alimentari diverse e il cibo si riveste di una valenza affettiva importante, sia per i bambini che per i genitori.

Fino ad oggi il nutrimento è venuto dalle mani dei familiari ed ora invece arriva da estranei. Provate a pensare a quanto di emotivo possa stare dentro questo passaggio.

Si parla di educazione alimentare perchè a scuola il cibo ha senz’altro anche una valenza educativa: viene condiviso, sperimentato, assaggiato, spesso manipolato, a volte usato per svolgere attività didattiche, ma è, e rimane, solo un momento, tra i tanti che compongono la giornata scolastica.

Spesso questo argomento, i primi giorni, diventa centrale nei momenti di scambio tra genitori ed insegnanti.

 

 

 

cosa non fare.
 

 

 

 

No a centrare tutta la nostra attenzione sul cibo: la preoccupazione dominante non dovrebbe essere se il piccolo ha mangiato o no, soprattutto i primi giorni in cui le componenti emotiva ed affettiva hanno la meglio su tutto il resto.

 

Se i primi giorni non mangia o mangia poco, non preoccupiamoci.

Per il momento è più importante che accetti, un po' alla volta con serenità, di vivere il momento del pranzo con i compagni e le maestre.

Se abbiamo dubbi ne possiamo parlare con le insegnanti ma non quotidianamente.

Quel breve momento in cui ci si confronta all’uscita da scuola usiamolo per sapere se il bimbo si è divertito, se ha partecipato alle attività, se si è aperto ai compagni e agli adulti che ogni giorno lo accolgono. Sono questi infatti i momenti più significativi che condividiamo nelle nostre giornate a scuola.

 

 

 

cosa fare.

 

 

 

A stare sereni: se oggi non ha mangiato, ha mangiato poco o ha solo assaggiato un nuovo cibo che non conosceva, gli daremo una merenda un po' più ricca.

 

Se nel menù previsto c’è una pietanza a lui non gradita, lasciamo che la sperimenti, potrebbe scoprire che i compagni la mangiano e magari assaggiarla anche lui.

 

Facciamoci raccontare ogni giorno il più possibile della sua giornata a scuola, ma non centriamo il discorso solo sul menù.

 

Utilizziamo il prezioso momento dei colloqui con le insegnanti per condividere con loro tutti i nostri eventuali dubbi.

 

 

 

Perchè è importante avere un buon rapporto con gli insegnanti:

 prendersi il tempo per conoscersi.

 

 

 

 

Spesso quando accompagnamo il nostro bambino o la nostra bambina a scuola per la prima volta, non conosciamo le persone che si prenderanno cura di lui. Sicuramente avremo preso informazioni sulla scuola e sulle persone che ci lavorano, ma i dubbi e a volte le ansie, ci possono pungere. Allora che fare?

E' importantissimo costruire un buon rapporto con gli insegnanti, che sia di scambio e soprattutto franco ed onesto. 

 

 

 

cosa fare.

 

 

 

Fare tutte le domande che ci passano per la testa, senza timore di apparire insistenti.

Chiedere chiarimenti, essere curiosi, informarsi sulle attività proposte e su come il nostro bambino le vive è da considerarsi un passaggio utile se non addirittura necessario.

 

Partecipare a tutti i momenti di scambio e alle attività dedicate dalla scuola ai genitori.

Facendolo avremo uno sguardo privilegiato sulla vita dei nostri bambini, conosceremo meglio il contesto ed il gruppo in cui stanno vivendo un momento fondamentale della loro crescita.

 

Partecipare ad ogni occasione di colloquio.

Quelli canonici vissuti nei momenti prestabiliti dal calendario scolastico, segnano le tappe dello sviluppo dei vostri bambini.

Sono fatti per condividere informazioni, riflessioni e suggerimenti da entrambe le parti e sono importanti per costruire l’alleanza educativa tra scuola e famiglia. Quelli straordinari, possono essere richiesti dalle insegnanti o dai genitori stessi, in momenti particolari della vita dei bambini. Sono molto importanti perché alcune volte possono fare davvero la differenza.

 

 

 

cosa non fare.

 

 

 

 

Tenersi dentro dubbi, ansie, perplessità. I bambini le assorbono come spugne e ne sono spaventati.

Se avete bisogno di chiarimenti, individuate la persona che vi mette più a vostro agio e chiedete. Fate riferimento alle insegnanti senza temere di essere inopportuni.

 

Perdere gli incontri tra scuola e famiglia, se non per motivi molto seri.

Sono importanti, vi daranno informazioni fondamentali per la crescita dei vostri figli e vi permetteranno di vedere quella parte della loro vita, da cui in qualche modo siete esclusi.

 

Giudicare le insegnati e il loro valore, senza averle prima conosciute almeno un po', magari basandosi sul sentito dire.

Ognuna di loro possiede competenze uniche ed una personalità che magari metterà a suo agio proprio il vostro bambino.

 

 

 

 Puoi trovare ulteriori approfondimenti sul tema dell'inserimento alla scuola dell'infanzia in Inserimento alla scuola dell'infanzia e autonomia. Cinque cose da fare insieme ai bambini.

 

 

                                                                                                                                                                                Designed by Freepik

Cristina Vitali
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