Migliorare la motricità fine divertendosi: attività manipolativa con plastilina e stuzzicadenti.

manipolazione gioco tridimensionalità divertimento

 

Proporre ai bambini e alle bambine l'utilizzo di materiali di facile reperibilità da usare in modo creativo, può dare vita a prodotti tridimensionali e di grande effetto, grazie alla capacità di pensare fuori dagli schemi

 

Cos'è la motricità fine e come esercitarla.

 

 

La motricità fine è quella abilità per cui si utilizzano mani e dita in modo preciso, per effettuare tutti quei movimenti necessari per svolgere compiti quotidiani, solo apparentemente semplici.

Movimenti quindi, che impegnano le dita in coordinazione con gli occhi e che ci consentono di svolgere attività specifiche come aprire e chiudere tappi, bottoni, cerniere, manipolare oggetti, utilizzare giochi, colorare, incollare, ritagliare e così via, fino ad arrivare al disegno creativo e alla scrittura. 

Come implementare ed esercitare questa competenza nei nostri bambnini? Il primo passo è senz'altro quello di lasciarli fare, consentire cioè che si impegnino il prima possibile a risolvere piccoli compiti in autonomia.

Indossare e togliere gli indumenti, mangiare da soli, versare l'acqua in un bicchiere, pettinarsi, qualsiasi cosa può aiutarli a diventare più precisi e consapevoli nell'utilizzo del corpo.

 

 

Ho proposto l''attività che segue a scuola, per effettuare una verifica sulle forme geometriche e per aiutare i bambini e le bambine a sperimentare qualcosa di nuovo.

E' piaciuta così tanto che già il giorno seguente i bambini mi hanno riferito di averla ripetuta a casa con i loro genitori. La facilità di organizzazione e reperimento dei materiali, la rende quindi facilmente replicabile anche a casaa.

 

 

Motricità fine e coordinazione oculo-manuale, un'attività per potenziarle.

 

 

Come sempre, lavorando con i bimbi si conosce il punto di partenza, ma non quello in cui si arriverà, trasportati dalla loro creatività.

 

Età: 

4/5 anni.

 

Materiali:

Una confezione di stuzzicadenti e una buona quantità di plastilina, pongo, Didò o materiali simili.

 

Svolgimento:

 

Fase 1.

 

 Per cominciare ho chiesto loro di manipolare la plastilina utilizzando solo le tre dita che si utilizzano per scrivere e non il palmo della mano, per creare un buon numero di palline di media grandezza.

I bambini si sono divertiti a modellare, contando e confrontando le quantità. Solo dopo aver ottenuto il numero di palline necessario per procedere, ho fornito loro gli stuzzicadenti, dando le istruzioni per un utilizzo in sicurezza.

 

Fase 2.

 

I bambini e le bambine hanno saputo spiegare quale fosse l’uso comune degli stuzzicadenti, ma prendere confidenza con un nuovo strumento è stimolante e subito hanno immaginato come utilizzarli in modo creativo.

Ci hanno giocato liberamente per un momento, stando attenti a maneggiarli in modo corretto, poi hanno cominciato, su mia indicazione, ad unirli alle palline di plastilina, create in precedenza.

 

Fase 3.

 

A seguire ho proposto un dettato, fornendo ai bambini e alle bambine le indicazioni su quale forma geometrica creare.

Siamo partiti provando a costruire il triangolo, ed è stato abbastanza semplice perché è una figura non flessibile.

Quando siamo passati al quadrato e al rettangolo, invece, si sono presentate alcune difficoltà, legate al fatto che queste figure sono flessibili e i movimenti degli snodi, creati con le varie palline di plastilina, hanno dato filo da torcere e impegnato molto i bambini.

Come sempre si osserva la capacità di alcuni di loro di essere efficaci con il movimento, anche di motricità fine, mentre altri hanno bisogno di più esercizio e di diversi tentativi, per ottenere un risultato soddisfacente.

Questo utilizzo dei materiali consente a tutti di lavorare in modo parallelo, senza attese stancanti e senza noia.

Chi ha lavorato in modo più lento ha avuto tutto il tempo necessario per provare e riprovare, i bambini a le bambine più veloci invece, hanno potuto procedere creando molteplici forme geometriche in autonomia.

La domanda: quale tra le forme che avete davanti non si deforma? Li ha sfidati e come sempre qualcuno ha saputo rispondere: il triangolo!

E’ bello osservare come a queste domande inattese, non siano necessariamente i soliti bambini più sicuri e ricchi di risorse a rispondere; quando si tratta di ragionare, spesso non contano genere ed età, ma più la capacità di pensare in modo creativo e fuori dagli schemi.

 

Fase 4.

 

Una volta sperimentate le forme siamo andati oltre, passando dalla dimensione orizzontale a quella verticale e tridimensionale e i bambini e le bambine hanno scoperto un mondo.

Per prima cosa ho chiesto loro di far crescere le forme orizzontali e quindi di costruire su quelle basi figure tridimensionali: piramide, cubo, parallelepipedo.

Per qualcuno è stato impegnativo ma anche se con fatica, tutti si sono messi in gioco. Solo dopo ho chiesto di creare forme nuove in libertà.

Anche qui per qualcuno lo stimolo ha aperto la strada a creazioni in precario ma splendido equilibrio, mentre altri hanno potuto solo utilizzare gli elementi dati per giocare, ma sappiamo bene che ognuno ha i propri tempi.

 

Fase 5.

 

L'ultimo passo è stato l'utilizzo libero dei materiali, che permette ai bambini che sono stati ben coinvolti, di andare oltre e a chi invece si è stancato, di giocare in modo più rilassato.

Questa semplice attività ha coinvolto tantissimo sia gli uni che gli altri, tanto che per riuscire a concludere ho dovuto promettere loro che l’avremmo ripetuta appena possibile.

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                                                                                                                                                                                 Designed by Freepik

Cristina Vitali
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