Bambini che si annoiano: momenti morti alla scuola dell’infanzia, come riempirli in modo divertente.

tempi morti gioco classe bambini

I momenti morti, quelli in cui è necessario riempire un piccolo arco di tempo, sono di solito quelli più faticosi a scuola, sia per gli adulti che per i bambini, perché non è facile convogliare le energie in modo positivo.

 

Cosa fare nei momenti di noia a scuola: tempi morti, perché è fondamentale non lasciarli al caso.

 

 

In diverse fasi della giornata scolastica si possono creare tempi morti, sono quei tempi di attesa che segnano il passaggio tra un’attività e l’altra o tra uno spazio e l’altro e sono caratterizzati da una certa agitazione.

Spesso gli adulti sono sollecitati ad intervenire per renderli meno noiosi ed evitare che i bambini si facciano male, così ogni insegnante, in questi momenti, mette in atto una sua personale strategia per la gestione del gruppo: la lettura di libri, l’utilizzo di giochi da tavolo, piccoli giochi in cerchio, momenti di conversazione.

Questi momenti possono essere davvero impegnativi soprattutto quando si è alle prime armi o quando ci si trova a lavorare in un contesto nuovo, ma possono essere difficili ed impegnativi anche per le insegnanti più esperte, soprattutto se il gruppo in qualche modo non funziona come dovrebbe.

 

 

Strategie didattiche da mettere in atto per coinvolgere i bambini e gestire i tempi morti.

 

 

I giochi che di solito si propongono sono quelli della tradizione, in cui i bambini e le bambine giocano a turno: sulla base di canzoncine ben conosciute, un bambino compie un’azione mentre gli altri cantano in coro, aspettando di essere prescelti per giocare a loro volta.

Trotta trotta cavallo di legno, Gatto Mammone, Il Professore, Poltrona svegliati, Vola vola farfallina, Nella città di Bergamo e così via, ogni zona d’Italia suppongo abbia canzoncine particolari da proporre per questo tipo di attività.

 

Un’altra importante risorsa sono i momenti di conversazione a cui si è chiamati a partecipare raccontando qualcosa di sé: cosa si è fatto durante il fine settimana, quali sono i nostri cibi preferiti, come si chiamano i nonni, qual è il nostro gioco preferito, chi sono i nostri amici…

In questo modo si migliora la capacità di ascolto, si arricchisce il vocabolario, si insegna il valore dell’attesa e si conoscono meglio i bambini.

 

Questi momenti sono perfetti anche per proporre un’attività fondamentale per lo sviluppo emotivo dei bambini e delle bambine: Il gioco delle emozioni.

 

Tutte queste proposte funzionano e coinvolgono i bambini ma ci sono giorni in cui, per qualche motivo i bimbi sono distratti o non hanno voglia di cantare oppure semplicemente sono annoiati. Cosa fare allora per recuperare attenzione e partecipazione?

 

 

Giochi divertenti che si fanno alla scuola dell'infanzia, per rendere i tempi morti meno noiosi.

 

 

Per gestire i momenti morti a scuola, la strategia che io preferisco è abbastanza dinamica.

Quando le proposte sono ripetitive, sono io la prima ad annoiarmi, con il risultato che anche i bambini e le bambine si demotivano a loro volta e non mi seguono, quindi cerco di evitare noiose ripetizioni.

Questo tipo di regia richiede una partecipazione attiva ed è piuttosto impegnativa, ma mi aiuta a convogliare le energie dei bambini e delle bambine in modo positivo.

 

 

Gioco motorio di gruppo, andiamo in piscina.

 

 

Questo gioco, se vogliamo semplice e senza un particolare scopo, è nato in un giorno di pioggia.

 

I bambini erano agitati per non aver potuto giocare all’aperto, così senza andare in palestra e utilizzando semplicemente lo spazio della conversazione in sezione, abbiamo cominciato a giocare e ci siamo divertiti un mondo.

 

Qualcuno nel pomeriggio avrebbe dovuto partecipare al corso di nuoto, così è nata l’idea di mimare con i movimenti tutte le fasi di un pomeriggio in piscina:

 

Bambini siete pronti? Avete preparato gli zainetti? Vedo l’autobus arrivare… dai saliamo attenti ci sono tre scalini.

Sull’autobus poi l’insegnate diventa l’autista e si vanno a riprodurre tutte le possibili variabili: buche, curve, salite, discese, frenate e così via.

Una volta arrivati davanti alle piscine, si scende tutti insieme e... maschi spogliatoio a destra, femmine spogliatoio a sinistra, entriamo.

 

Qui parte tutta la successione delle azioni che si fanno quando si partecipa ad un corso di nuoto: aprire lo zaino, togliersi gli indumenti uno alla volta, riporli, indossare costume, accappatoio e ciabatte, dimenticare sistematicamente cuffia e occhialini, in modo che siano loro a ricordarceli, fare la doccia prima di entrare in acqua, poi arrivare a bordo vasca, lasciare le ciabatte a infradito e saggiare la temperatura dell’acqua, bagnarsi un pochino, è troppo ferdda, riprovare, posizionarsi per il tuffo e poi viaaa!

 

Questo è il momento più atteso dai bambini che segna lo spartiacque del gioco: si tuffano tutti insieme e poi da qui in avanti, si rifaranno a ritroso tutti i gesti ma in modo accelerato perché è tardi e non dobbiamo perdere l’autobus per il ritorno.

 

Al termine, quando dopo un viaggio avventuroso si è ritornati a casa, ci si saluta e il gioco è finito.

 

Io ne esco sicuramente più stanca di loro, ma il divertimento è assicurato.

 

 

Gioco motorio di gruppo, andiamo a sciare.

 

 

Si segue lo stesso schema del gioco precedente, i gesti però sono quelli riferiti ad una giornata passata sui campi da sci: viaggio in autobus, vestizione con abiti pesanti, preparazione di sci, scarponi, racchette, guanti, occhiali, berretta, sciarpa e così via.

 

Discesa entusiasmante sul pendio nevoso, buche, ostacoli, salti, risalita e di nuovo giù, tempesta di neve, freddo, ostacoli, fino al momento della merenda al bar con la cioccolata calda e tutto quanto possa passarvi per la mente.

 

Di solito lascio che anche i bambini propongano quanto è nella loro esperienza, aggiungendo qualche azione da fare insieme e faccio sempre in modo di sbagliare un passaggio o di dimenticare qualcosa, così che siano loro stando attenti, a correggermi e anche questo li diverte.

 

Il vantaggio di entrambi i giochi è che possono essere vissuti in un ambiente ampio come la palestra dove è più facile muoversi in sicurezza e spostarsi nello spazio, ma possono anche semplicemente essere proposti in modo più statico, eseguendo tutti i movimenti sul posto, senza togliere nulla al divertimento.

 

Cinque, dieci minuti bastano e a seconda del tempo a disposizione, si possono arricchire o sveltire alcuni passaggi.

 

 

Gioco linguistico di indovinelli: indovina gli attrezzi.

 

 

Il gioco degli indovinelli è un grande classico molto utilizzato e molto gradito ai bambini e alle bambine, capita però che ad un certo punto le idee finiscano e si ricada nelle azioni o nei temi più comuni.

 

Questa variante invece, aiuta i bambini a cercare parole nuove da loro poco conosciute o utilizzate.

 

Le domande che propongo sono legate ad oggetti di uso comune che gli adulti intorno a loro, a casa o a scuola, usano abitualmente. Per esempio: come si chiama l’attrezzo che serve per fare i buchi? Come si chiama la macchia che lava i panni? Dove si mettono i piatti sporchi? E così via.

La gamma dei quesiti è praticamente infinita e quando coinvolge cose particolarmente interessanti come motoseghe, decespugliatori o banali ma con un nome strano come il ferro da stiro, i bambini si entusiasmano cercando di indovinare.

 

Giocando ho scoperto che tutti i bambini e le bambine conoscono l’utilizzo di una vasta gamma di oggetti e attrezzature varie, ma che spesso non sono a conoscenza dei loro nomi o li denominano in modo sbagliato.

 

In questo caso il gioco ha anche un valore linguistico in quanto favorisce l’apprendimento di parole nuove e l’associazione tra nomi ed oggetti.

 

Una variante del gioco prevede l’utilizzo di immagini da tenere nascoste, suggerendo ai bambini alcuni indizi: quale è l’attrezzo, la cosa, l’animale con queste caratteristiche, colori, forma? In questa forma il gioco risulta più semplice e permette anche ai più piccini di trovare spazio per intervenire.

 

 

Il gioco del mimo: giocare con il corpo e con le espressioni del viso, a scuola e a casa.

 

 

Anche questo semplice gioco è molto praticato e conosciuto, ma per noi è un cavallo di battaglia e si rivela utile se non prezioso quando ci sono pochi minuti da riempire.

 

Spesso ci giochiamo nel pomeriggio, quando attendiamo l’arrivo dei genitori e i bambini sono stanchi, non è troppo impegnativo, funziona ed è sempre gradito.

 

Di solito l’azione che dà il via al gioco viene mimata da me, scelgo qualcosa di semplice come guidare, scrivere su una tastiera o lavarmi i denti poi, di volta in volta, il bambino o la bambina che indovina prosegue il gioco.

 

Mettendoci tutto il loro impegno, spesso i bambini organizzano azioni complesse e strutturate in diverse fasi, che però risultano confuse e sono difficili da indovinare, vanno quindi aiutati a focalizzarsi solo su pochi, semplici gesti per permettere a tutti, anche i più piccoli, di comprendere e partecipare.

Come avrai ben capito le variabili a queste proposte possono essere molte.

 

 

Capita che i bambini chiedano di “fare una gara in moto”, di mimare le azioni della danza o di un altro sport, oppure di giocare agli indovinelli sugli animali che amano tanto o su cose per loro familiari. 

 

Tra le altre, una possibilità è anche quella di usare un libro per giocare con il corpo, uno dei nostri preferiti è: A caccia dell'orso. perchè ci permette di intrecciare diversi giochi, mimando le movenze di un animale o descrivendo un ambiente interessante ed emozionante come un bosco o una grotta.

 

Tutto va bene se ci permette di variare e di evitare la noia, ma soprattutto tutto va bene quando ci aiuta a vivere i momenti di routine in modo sereno e divertente.

 

Per un approfondimento leggi anche: Come ridurre il rumore e stimolare un uso della voce corretto alla scuola dell'infanzia. 

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                                                                                                                                                                              Desiged by Freepik

 

 

 

Cristina Vitali
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