Ottenere il silenzio in classe senza urlare e come educare i bambini all'uso della voce.

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Dentro le nostre scuole, spesso affollate, viene utilizzato un tono di voce alto, che moltiplicato per il numero degli alunni, diventa spesso un fattore di disagio per grandi e piccini.

 

Strategie comunicative per aumentare il benessere in classe.

 

I bambini e le bambine si sa, per loro natura, sono vivaci e chiassosi e spesso, soprattutto nei mesi invernali, sono costretti a passare molte ore chiusi all’interno di aule che possono diventare luoghi davvero rumorosi.

Questa situazione è da ritenersi normale ma non è sicuramente motivo di benessere né per gli adulti, né per i bambini. Come fare dunque per ridurre il rumore e favorire un utilizzo adeguato della voce?

Esistono in questo senso diverse modalità di conduzione del gruppo e diverse richieste che gli adulti possono fare per ottenere il risultato desiderato.

E’ comunque fondamentale, per il benessere di tutti, ritagliare momenti di quiete e per farlo ogni educatore mette in atto le proprie personali strategie.

Ciò che può aiutarci è stabilire alcune modalità comunicative da condividere con i bambini e le bambine, che permettano gradualmente di progredire nella giusta direzione.

Ecco solo alcuni spunti su cui lavorare.

 

 

Come insegnare ai bambini a non gridare: l'uso della voce.

 

 

Insegnare ai bambini a non gridare e ad utilizzare la voce in modo corretto, è un lavoro educativo lento e paziente, che inizia con il richiamare più volte nel corso della giornata al fatto che non è perché si grida che si viene ascoltati. Questa cosa va spiegata con chiarezza, perchè pesso accade che i bambini e le bambine, nel tentativo di catturare l'attenzione di adulti e compagni, cerchino di sovrastare la voce degli altri gridando.

 

Un’attività educativa importante per insegnare ai bambini a non gridare, è il cerchio della conversazione o circle time, in cui si offre a ciascun bambino lo spazio per raccontarsi al gruppo, mentre, nello stesso tempo, al gruppo si sottopone la sfida dell’ascolto: si parla uno alla volta, mentre tutti gli altri ascoltano.

 

Non è facile e, soprattutto all’inizio, sembra quasi impossibile, ma un gruppo educato a questo nella quotidianità, educa a sua volta i più piccoli e lo fa in modo automatico, cioè con l’esempio, costruendo piano piano un circolo virtuoso in cui tutti hanno il piacere di essere coinvolti.

 

Quando in un ambiente c'è molto rumore, nessuno trova spazio e le voci di tutti si mescolano in modo indistinto.

 

All’inizio evitare questa situazione può sembrare un’impresa titanica, soprattutto quando si arriva in una scuola nuova dove i bambini non ti conoscono e tu non conosci loro.

In alcuni casi si è tentati di gridare per farsi ascoltare, ma questo è un errore che va evitato, perchè ben presto si scopre che in un contesto dove tutti gridano, c’è davvero poco da dire.

 

Se il gruppo non è ancora educato all'ascolto, è più utile nella fase iniziale, partire da noi, cioè creare brevi momenti di attenzione, in cui si fa un racconto di qualcosa di interessante, proposto con un tono di voce sussurrato. Questo catturerà l'attenzione dei bambini e delle bambine, creerà attesa e interesse e fornirà loro un esempio prezioso su come usare la voce.

 

A questo scopo possono essere utili brevissime storie o racconti di piccole curiosità, ai bambini interessa molto il mondo degli animali e se si vuole catturare la loro attenzione basta illustrare le caratteristiche di un animale poco conosciuto e proporre una conversazione sul tema.

 

 

Come ottenere il silenzio in classe senza urlare.

 

 

Moltissime insegnanti soffrono di disturbi alle corde vocali proprio per l’utilizzo, ripetuto ed intenso della voce.

 

Non è un caso quindi, se nel tentativo di sovrastare le voci dei bambini si vada a sforzare la propria, utilizzando un tono alto, che a lungo andare logora.

 

Ho un ricordo nitido del mio primo anno di insegnamento, nella stessa scuola dell’infanzia che avevo frequentato da bambina. La collega, vicina di aula, era stata un tempo la mia insegnate. Il suo unico consiglio in quell’anno fu: quando parli tieni un tono basso, i bambini abbasseranno il loro per poterti ascoltare.

 

Per me fu un cammino lento e difficile, ma con il tempo riuscii a scoprire che il mio uso della voce e le mie capacità narrative, avevano uno spazio di crescita enorme e più riuscivo a padroneggiarli, più i bambini mi ascoltavano con attenzione, riuscendo a loro volta a migliorare il loro modo di comunicare.

 

A seconda dei momenti e delle necessità quindi, possiamo imparare ad utilizzare la voce in modo diverso.

 

Se per esempio c’è molto rumore e devo richiamare l’attenzione, posso usare un tono deciso per un breve attimo e subito dopo sussurrare.

 

Un esempio utile è quello della sala da pranzo, dove solitamente sono riunite più sezioni, con cinquanta-cento bambini, puoi immaginare il rumore. In un ambiente così grande e caotico, per farmi ascoltare posso lanciare un richiamo deciso, forte e chiaro, per esempio la parola ALLORA gridata, per sovrastare tutti e poi, sussurrando: bambini volevo dirvi questa cosa…

 

Un’altra situazione quotidiana in cui è necessario essere incisivi, è per esempio quando si vuole richiamare i bambini dopo un momento di gioco libero, magari all'aperto, in cui ognuno si trova impegnato in una diversa attività e non presta facilmente ascolto.

In questo caso, per richiamare l'attenzione dei bambini impegnati nel gioco e quindi distratti, di solito utilizzo un battito delle mani ritmato che loro conoscono bene, che non cambia mai e che ha il significato condiviso di rivolgere l’attenzione all’insegnate.

Solo successivamente, quando tutti sono attenti e in silenzio, do le indicazioni su cosa fare. Non ci crederete ma funziona a meraviglia, chiaramente per arrivare al risultato dobbiamo fare in modo che questa diventi una routine. Il mio ritmo personale è un-due-un-due-tre.

 

 

Narrare ai bambini storie ed eventi, utilizzando sfumature diverse della voce.

 

 

Una volta che saremo riuscite a creare momenti di conversazione e di ascolto, potremo passare ad utilizzare la voce come uno strumento con cui arricchire racconti e narrazioni.

 

Liberando tutte le sfumature di cui siamo in possesso, cattureremo facilmente l’attenzione dei bambini e riusciremo a coinvolgerli in narrazioni sempre più divertenti per noi e per loro.

 

Fantasia e creatività nell’uso dei toni e della mimica facciale, sapranno coinvolgere anche i bambini più piccoli e aiuteranno tutti a comprendere meglio il significato della storia e i passaggi più intensi.

 

Può essere d’aiuto in tal senso anche l’utilizzo di semplici movimenti del corpo, da fare tutti insieme o fatti solo dall’insegnante, per favorire il coinvolgimento di tutti ma in particolare dei bambini bilingui, in fase del primo approccio all’apprendimento di L2.

 

Altre strategie sulla conduzione del gruppo in Circle time aiutare i bambini a dare un nome alle emozioni.

 

 

 

                                                                                                                                                                                 Designed by Freepik

Cristina Vitali
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