Cosa fare alla festa di fine anno scolastico? Teatro con i genitori.

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Ogni anno arriva il fatidico momento della giornata dei saluti. Esiste un’attività poco esplorata ma molto gratificante da proporre per quel giorno speciale…

 

Il ruolo dei genitori nella scuola scuola: una collaborazione significativa ed importante. 

 

 

Siamo abituate noi maestre, a crescere i bambini: per tre o quattro anni, a scuola, condividiamo ogni loro passo, ogni progresso, ogni fatica ma anche ogni conquista, li guardiamo da un punto di vista privilegiato e costruiamo con loro un legame significativo.

 

Lo stesso avviene per i loro genitori, alcuni sono intraprendenti e comunicativi, altri più riservati o distratti. Insieme, più o meno consapevolmente, grandi e piccini, formano una comunità che condivide molto e al cui centro si pone il bene dei bambini e delle bambine.

 

Per questo motivo molti genitori, regalano tempo ed energie per svolgere attività di volontariato in favore delle scuole dei loro figli: piccole manutenzioni, raccolte di fondi a vario titolo, donazioni di denaro ma anche e soprattutto di tempo, mamme e papà non si tirano mai indietro quando la scuola li sollecita a partecipare.

 

La loro presenza è importante non solo per quello che regala in termini pratici, ma anche e soprattutto per quanto di significativo mette sotto lo sguardo dei bambini e delle bambine: un esempio di partecipazione e di condivisione.

 

Ai genitori dei miei bambini, in questi anni, anche io ho più volte osato chiedere aiuto, ma l’ho fatto con una richiesta un po' particolare: la disponibilità a fare teatro.

 

Teatro, non patrocinando rappresentazioni o assistendo a quanto preparato dai loro bambini.

Teatro fatto da loro, in prima persona, interpretando una storia, con tutto il coraggio, l’umiltà, l’ironia e soprattutto la capacità di ridere di sé stessi, che questa attività richiede, oggi merci davvero rare negli adulti.

 

 

Perchè il laboratorio teatrale è importante a scuola?

 

 

La drammatizzazione è un'attività educativa fondamentale alla scuola dell'infanzia. Proporla, in qualsiasi forma, aggiunge ricchezza.

 

Personalmente vivo  il teatro come un linguaggio che mi appartiene in modo naturale. Lavorando in questa direzione, mi viene facile esplorare le mie e le altrui potenzialità e ho scoperto, nel tempo, come questa esperienza coinvolga e diverta tutti quelli che la provano.

 

Muove nei bambini e nelle bambine, risorse nascoste che neppure sanno di avere, sposta il punto di vista da sé e dalle proprie fatiche, per farlo spaziare in nuove direzioni inesplorate, diverte e in definitiva libera.

 

Si. Libera dalle paure, in primis, dal prendersi troppo sul serio, libera la fantasia, libera la mente, il cuore e il corpo per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, che in modi diversi cresce e prende il nome di creatività.

 

Sfida i bambini brillanti a mettersi in gioco, aiuta i più timidi a trovare coraggio, impegna tutti a cooperare.

 

A genitori ed insegnanti che scelgano di provarci, il teatro chiede ed offre queste stesse cose, basta solo cominciare. Ecco come.

Cinque passi per costruire un percorso teatrale senza fatica.

 

 

Come formare un gruppo teatrale di genitori a scuola.

 

 

L’ingaggio, ovvero l’invito a partecipare al gruppo teatrale, di solito si lancia in un incontro scuola famiglia e quasi sempre parte da una o più insegnanti, non è escluso però che possa anche essere proposto da un genitore.

 

Non è importante che alla proposta aderiscano da subito in molti, si comincia spesso da un gruppo esiguo, l’importante è fare il primo passo e, per così dire, gettare un seme che possa poi crescere nel tempo. Per questo può essere utile spiegare ai genitori il valore che questa esperienza regalerà a loro e a tutti i bambini.

 

L’inizio dell’anno scolastico è il momento migliore, perché tutti sono più ricchi di risorse ed energie e anche perché così si ha il tempo di conoscersi e sperimentare, iniziando magari da piccole proposte: una fiaba per Natale o qualcosa di divertente per Carnevale, per esempio.

 

L’organizzazione spetta all’insegnate che svolgerà anche un ruolo di coordinamento ed eventualmente di regia, se nessun genitore può o vuole farsene carico.

 

 

Come scegliere una storia da mettere in scena per una festa a scuola.

 

 

Arrivati al fatidico punto di scegliere quale storia rappresentare per la festa a scuola, basta mettersi seduti, contare i partecipanti-attori e scegliere un racconto adatto a coinvolgere tutti.

 

Tutti i libri per bambini possono essere adatti a questo scopo, più sono semplici e più sarà facile riproporli recitati.

 

Scegliete condividendo la decisione con i genitori, ma arrivate già con proposte concrete, che tengano conto del numero dei partecipanti e del tema in questione.

 

Nel caso la scelta ricada su un libro, il testo potrebbe costituire già il copione, sceglietelo in modo che le singole parti da recitare siano semplici e di immediata memorizzazione.

 

Un’altra opzione è proporre un grande classico della letteratura per l’infanzia, ben conosciuto da tutti e andare a braccio, cioè lasciare ad ognuno lo spazio per interpretare liberamente la propria parte.

 

Cappuccetto Rosso, I Tre Porcellini, Il Lupo e i Sette Capretti sono tutte ottime basi da cui partire.

 

Se invece il gruppo è davvero all’inizio si può anche individuare un narratore e lasciare che gli altri si muovano seguendo la trama narrata senza parlare.

In questo modo gli attori non dovranno imparare a memoria la loro parte, basterà mimare le azioni, tutto risulterà più facile ma comunque di effetto.

Gli impegni dei genitori oggi sono molti e spesso il tempo per provare è poco, quindi è importante semplificare il più possibile.

Una volta scelto il testo da rappresentare si passa alla fase successiva, quella più divertente.

 

 

Laboratorio teatrale per genitori: includere, giocare e divertirsi, recitando.

 

 

Si parte sempre dal non essere capaci, dal sentirsi in imbarazzo, dall’essere rigidi e goffi, dal rimanere sullo sfondo della scena per paura dello sguardo degli altri, questo è il presupposto necessario, senza il quale non ci sarebbero divertimento e crescita.

 

Tutto nella norma quindi, anzi, è molto bello fare parte di un gruppo che inizia da zero ed esplora tutta la gamma delle difficoltà iniziali: il tono di voce timoroso, la postura incerta, il voltare le spalle al pubblico, il muovere il corpo come se fosse trattenuto da lacci e così via.

 

Il primo passo secondo me è dare fiducia al gruppo, permettendo ai singoli di giocare, divertirsi, ammorbidirsi a poco a poco, dentro semplici attività motorie: muoversi nello spazio, con o senza musica, allargarsi con le movenze fino a riempire lo spazio, in alto e in basso, dall’interno verso l’esterno, avvicinarsi e allontanarsi, camminare distanti e poi in coppie che si alternano, toccarsi e lasciarsi.

 

Questo semplice esercizio, per gli adulti non è facile e mette certamente in difficoltà all’inizio, perché ci chiede di giocarci fuori dai soliti schemi ma è prezioso per smuovere un po' le acque e molto utile anche per giocare al teatro con i bambini.

 

Può essere reso più facile giocando, liberamente, ad interpretare i personaggi delle favole, magari di quella che si intende rappresentare: facciamo tutti insieme, di volta in volta, il Lupo, Cappuccetto Rosso, il Cacciatore, la Nonnina e così via.

 

Giocando ad accentuare le diverse caratteristiche, movenze, espressioni, versi, ci si diverte, si abbassa il livello di imbarazzo e si struttura il gruppo.

 

Se i genitori coinvolti si conoscono poco, questo esercizio aiuta a costruire empatia e a superare i limiti anche fisici che avvertiamo quando siamo coinvolti in un primo approccio.

Permettere all’altro di entrare nel mio spazio fisico o entrare io a mia volta nel suo, è un gioco che presuppone fiducia ed un fine comune che a poco a poco faciliterà l’empatia e la comunicazione.

 

Una volta rotto il ghiaccio e familiarizzato, si passerà poi alle prove vere e proprie, costruendo la storia come artigiani cioè modellandola in ogni sua parte, secondo la nostra personale interpretazione.

 

 

 Scenografie teatrali semplici e fai da te, quali scegliere per una rappresentazione a scuola.

 

Molte volte l’attenzione degli adulti si focalizza sui dettagli, per i bambini è diverso.

 

Gli oggetti di scena arricchiscono sicuramente l’insieme ma è importante sapere che i bambini e le bambine focalizzano la loro attenzione più che altro sull’uso della voce, sulle espressioni e i movimenti ampi del corpo.

 

Una voce narrante chiara e decisa, che sa dare tonalità adatte alle diverse parti della storia, la postura del corpo che dice sicurezza e il possesso dello spazio scenico, valgono più di mille piccoli o grandi dettagli.

 

Il bilancio definitivo, la riuscita o meno di una rappresentazione non risiede tanto nel fatto di avere costumi o scenografie verosimili, quanto nell’essere capaci di catturare e mantenere stretto il filo dell’attenzione, per questo le scenografie potranno essere semplici e fai da te: la gamma è praticamente infinita e vi consente di dare colore alla storia, senza appesantirvi con preparazioni lunghe e complicate: due o tre elementi scenici, costruiti in cartone e magari direttamente sostenuti da genitori, arricchiranno la storia senza impegnare troppo.

I cespugli, le casette, gli alberi, possono spostarsi, avanzare, muoversi ed essere accompagnati da espressioni buffe che faranno divertire i bambini e permetteranno di dare spazio anche agli attori più timidi e incerti.

 

Allo stesso modo andranno bene tutti i costumi di recupero che possano suggerire i tratti più significativi di un personaggio, qualcosa di semplice anche fatto a mano che sappia raccontare chi siete: un naso per il porcellino, due orecchie o una coda pelose, un mantello, una sciarpa, un cappello, un fagotto tenuto da un bastone.

 

Anche questa fase del lavoro è coinvolgente e gratificante e ho scoperto che porta alla luce davvero tanta creatività, spesso ai genitori basta solo un piccolo input e poi fanno tutto da soli, divertendosi e tornando un po' bambini.

 

 

Festa di fine anno, di Natale o carnevale con i genitori a scuola: recitare per divertirsi e divertire.

 

 

Quando tutto è pronto: le prove, tante o poche, sono state fatte, le parti imparate, le scene costruite, quello che manca è solo sentirsi parte di un gruppo, tenersi per mano.

 

Le ultime raccomandazioni sono sempre le stesse: non dimenticare di padroneggiare la voce usandola con diverse sfumature e di padroneggiare il corpo impossessandosi di tutto lo spazio scenico.

E poi trattenere il fiato e tuffarsi, facendosi il consueto augurio degli attori: merda, merda, merda! Che per chi non lo sapesse non è un insulto, ma un retaggio del passato, quando ci si recava a teatro usando le carrozze e quindi tanto sterco davanti al teatro significava, numeroso pubblico e quindi successo.

 

Al netto dell’emozione che crea lo stare davanti al proprio bambino o bambina in una veste così inconsueta, lo stupore e la meraviglia che si vedono nei loro occhi, il giorno della recita, spesso arriva anche l’imbarazzo di esporsi davanti agli adulti.

Come dicevamo, per farlo è necessario sapersi prendere un po' in giro e comprendere, non capire, proprio comprendere, cioè fare nostra la consapevolezza di essere impegnati in qualcosa di altamente educativo: lavorare insieme per creare qualcosa di significativo, farlo senza paura dei giudizi e offrirlo agli occhi dei bambini, i nostri e quelli degli altri, come qualcosa di prezioso.

 

Questo è quello che resterà nei loro e nei vostri ricordi, quando saranno cresciuti e forse avranno scoperto a loro volta il piacere di fare teatro, diventando adulti più sicuri, abituati a parlare in pubblico senza paura e a lavorare in gruppo con più facilità.

 

Per un altro modo di giocare al teatro, leggi anche: Burattini: Compagni di gioco affascinanti, misteriosi e divertenti.

 

 

 

                                                                                                                                                                              Designed by Freepik

Cristina Vitali
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