Cooperative learning alla scuola dell'infanzia.

Cooperative learning alla scuola dell'infanzia.

Spesso noi insegnanti siamo focalizzati sul singolo alunno, sui suoi punti di forza e di debolezza, ma a volte, guardando oltre, si scopre che c’è di più.

 

 

Alla scuola dell’infanzia, nella ricerca continua di proposte di valore, talvolta ci si imbatte casualmente in attività che erano state pensate per dare un esito prevedibile e

che invece ci portano in direzioni totalmente inaspettate e stimolanti.

 

 

 

Cooperative learning, un’attività concretamente possibile alla scuola dell’infanzia?

 

 

 

 

Il cooperative learning è una tecnica che prevede un lavoro cooperativo per cui ognuno, in base alle proprie competenze, sia messo nelle condizioni di offrire al gruppo, il proprio speciale ed unico contributo.

 

E’ una modalità di lavoro che apporta grandi benefici in tutte le fasce d’età e favorisce tutti gli alunni, in particolare quelli che vanno sostenuti e quelli che, viceversa, hanno un alto potenziale.

 

In un gruppo di cooperative learning, infatti, ognuno trova uno spazio di azione proporzionato alle proprie caratteristiche.

 

L’attività che sto per raccontare non era stata pianificata ma, come spesso succede, è nata dal lavoro quotidiano alla scuola dell’infanzia, come risposta a un fatto contingente.

 

Il mio pensiero iniziale era stato:

questa settimana lavorerò su modello! Proporrò ai bambini e alle bambine, ritratti di animali da riprodurre partendo dalla fiaba:

Piccola volpe e i primi fiori di Primavera di Julia Rawlinson.

 

Questo testo semplice e dolcissimo è un prezioso punto di partenza per proporre numerose attività sia motorie che grafico pittoriche.

 

Così dopo una lettura animata, ho proposto ai bambini l’utilizzo di un materiale naturale da usare in modo inconsueto: i fagioli.

 

Abituati alla manipolazione, i bambini e le bambine della mia sezione, hanno cominciato subito a mettere le mani in pasta, senza aspettare che dessi tutte le indicazioni che avevo in mente:

 

 si sono divisi equamente i fagioli e hanno cominciato a provare consistenza e caratteristiche del materiale, ognuno a modo proprio, secondo il proprio interesse e la propria motivazione.

 

Mentre trafficavo per preparare tutto il necessario, ho pensato di buttare lì:

provate a usare i fagioli per disegnare.

 

Problema: come si fa a disegnare con i fagioli?

 

Risposta: non lo so provate a trovare un modo.

 

Si sono appena messi all’opera, quando penso di aggiungere: fatelo insieme, in coppia con un compagno.

 

Doppio problema: i fagioli ed il compagno.

 

Come ulteriore difficoltà si è aggiunta la forma di coniglio, che avevo proposto in prima battuta, per riprendere uno dei personaggi della favola.

 

Problem solving…

 

E’ successo di tutto: all’inizio semplicemente mi hanno ignorato, continuando a lavorare singolarmente su quei fagioli che, proprio non volevano saperne di stare al loro posto.

 

Un bel guaio: tanti bambini e bambine, altrettanti tentativi.

 

Poi, quando osservandoli, ho fatto notare loro che non stavano lavorando in coppia, è emersa la vera difficoltà: uscire dal proprio punto di vista.

 

Proprio come succede normalmente a noi adulti: il mio modo è migliore del tuo, il mio è più strutturato e sicuro, il tuo mette in difficoltà, scompiglia le mie sicurezze, mi chiama a combattere in terreno aperto e poi perché mai dovrei cambiare punto di vista? Si è sempre fatto così… Non mi compete…

 

I bambini e le bambine della scuola dell’infanzia ovviamente non hanno tutti questi filtri:

qualcuno si è arrabbiato o dispiaciuto, qualcun altro ha aspettato, altri hanno cercato soluzioni.

 

Un vespaio:

 idee, contrattazioni più o meno riuscite, tentativi, proposte, rabbia, lacrime, sorrisi per aver trovato la strada giusta, tranquillità e soddisfazione per esserci riusciti, musi lunghi, è colpa sua, è colpa mia.

 

Mai un’attività era stata così stimolante. Su cinque piccoli gruppi, solo uno ha saputo trovare la strada, per gli altri è stata una disfatta.

E io ho pensato (ridendo) che la disfatta più grande in realtà è stata mia.

 

Ottimo!

Dalle difficoltà si costruisce la resilienza e si trovano nuove strade per procedere.

 

 

 

 

 

 

 

Valutazione degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia:

un arricchimento, prima, durante e dopo le attività.

 

 

 

Tutti noi insegnanti solitamente, facciamo una valutazione finale degli apprendimenti, un ceck degli obiettivi e delle attività, ma quanti di noi si fermano a fare valutazioni in itinere e quanti coinvolgono i bambini e le bambine in questo processo di consapevolezza?

 

Prima di cominciare qualsiasi proposta, soprattutto una rivolta al cooperative learning, c’è un’attività particolarmente importante e proficua da svolgere e questa attività è la prevalutazione.

 

Prevalutazione significa ascoltare gli alunni, per comprendere meglio a che punto sono, sia singolarmente che come gruppo rispetto ad un particolare tema.

 

Dopo averlo fatto, il lavoro consiste nel permettere a chi ne sa di più di condividere le proprie competenze con tutti gli altri.

 

Incredibilmente a trarre vantaggio da questo processo sono non solo i bambini che ne sanno meno, ma anche tutti gli altri, compresi quelli che, in concreto, hanno portato al gruppo le loro conoscenze.

 

Il cooperative learning è proprio questo: condivisione del sapere e delle esperienze.

 

 

Alla scuola dell’infanzia l’attività di cooperative learning può essere fatta anche partendo dalle competenze manipolative, grafiche, motorie, verbali e cognitive in generale.

Io uso moltissimo la tecnica della prevalutazione e penso sia utile per:

  • non fermarsi ai pregiudizi che a volte ci costruiamo sui bambini
  • osservare come imparano e cosa li incuriosisce
  • dare ad ogni bambino uno spazio per comprendere da dove è partito nel suo percorso di scoperta
  • dare a ciascuno l’opportunità di raccontare una passione che lo entusiasma.

 

 

 

Migliorare la consapevolezza alla scuola dell’infanzia con l’autovalutazione degli apprendimenti.

 

 

 

L’autovalutazione è il processo di riflettere insieme ai bambini e alle bambine sul lavoro che stiamo svolgendo, sulle difficoltà che presenta e su come queste possano essere superate.

 

Questa parte dell’attività aiuta loro e noi a focalizzare l’attenzione sul senso del nostro fare e su come il fare possa arricchirci con nuove competenze.

 

Tornando ai nostri fagioli, dopo la debacle, ci siamo fermati per riflettere su come fosse andata.

 

 A parte la scoperta che lavorare con i fagioli è un problema perché rotolano e non ne vogliono sapere di stare dove li metti, è emersa un’altra fatica: quella di rendersi conto che lavorare insieme richiede impegno e grandi capacità.

 

In una conversazione guidata, ognuno ha studiato le proprie reazioni, le arrabbiature, la fatica di accogliere un diverso punto di vista e solo un bambino nel gruppo, è riuscito a presentare agli altri la fatica incontrata nel lavorare insieme.

 

L’autovalutazione fatta insieme ci ha aiutato a centrare il fulcro del problema, per individuare cosa poteva essere migliorato.

 

Ci siamo detti che avremmo riprovato a lavorarci su con maggiore consapevolezza ed intenzionalità.

 

 Per far questo ho cercato di aiutarli a focalizzarsi meglio sul procedere insieme, fornendo un foglio di cartoncino da condividere e su cui lavorare, delimitare lo spazio di lavoro in modo fisico, aiuta infatti a circoscrivere lo spazio di azione sia manuale che mentale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutte le altre competenze necessarie a procedere all’unisono però, vanno ricercate e costruite contrattando con calma spazio e materiale e condividendo progettualità e capacità di esecuzione.

 

I bambini e le bambine della scuola dell’infanzia non arrivano per forza tutti e subito a questo risultato, ma la semplice richiesta di lavorare su un obiettivo, li stimola a mettersi in moto per raggiungerlo e ognuno lo fa con le competenze che ha da mettere in gioco.

 

Il cooperative learning quindi è assolutamente applicabile alla scuola dell'infanzia e insieme a prevalutazione e autovalutazione, è utile perché favorisce l’osservazione sistematica e porta l’insegnante ad una valutazione finale delle competenze, più immediata e al contempo accurata.

 

 

Se vuoi sapere com’è finita con i fagioli e la fiaba di Piccola Volpe? Segui gli ulteriori sviluppi…

 

 

 

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Cristina Vitali
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