Attività con i materiali per la scuola dell’infanzia: 5 passi da fare prima di cominciare.

Mi sono accorta che in questo spazio, ho condiviso molte attività, dando per scontati alcuni passaggi che vengono prima di cominciare…
Proporre attività con i materiali ai bambini della scuola dell’infanzia.
Lavorare con i materiali, siano essi naturali, di recupero o di facile consumo, farlo con i bambini e le bambine, permettendo loro di operare in autonomia, senza standardizzare le procedure e le richieste, richiede al gruppo alcuni prerequisiti, che è bene tenere presente.
Costruire un bagaglio di esperienza nello svolgere un certo tipo di attività, offre ai bambini autonomia, consapevolezza e libertà ma insegna loro anche procedure consolidate e regole, il cui rispetto arricchisce senza limitare.
Lavorare sui materiali e in autonomia è complesso e diventa molto più complicato, se fatto senza le giuste indicazioni, per questo motivo condivido con te ciò che è stato risolutivo per il mio gruppo classe.
Creare il gruppo: ovvero far funzionare le relazioni in una sezione di scuola dell’infanzia.
Come spesso mi capita di ripetere: le attività proposte, risultano significative solamente se i bambini possono goderne pienamente e serenamente, all’interno del gruppo di appartenenza.
Se i bambini e le bambine non sono sereni, come talvolta capita, se nel gruppo le relazioni risultano disfunzionali, se il focus è sulla performance e non sul benessere, tutto diventa più complicato.
Il fulcro del mio modo di lavorare non è il così detto lavoretto, non è un risultato esteticamente gradevole, non è nemmeno la programmazione o controllare e dirigere i bambini, ma è piuttosto creare all’interno della sezione un ecosistema, in cui ciascuno possa sentirsi a proprio agio: rispettato, stimolato, ascoltato e valorizzato nel proprio modo di essere.
Questo naturalmente vale anche per gli adulti: non tutti i giorni sono uguali, né per noi né per i bambini, se in un dato giorno, per un qualsiasi motivo, le cose non vanno, si cambia strada, sappiamo bene infatti, da insegnanti, come possa bastare un singolo bambino a far saltare l’equilibrio di un intero gruppo classe.
Per questo, in una sezione di scuola dell’infanzia, il benessere e le relazioni sono così importanti e vanno messi al primo posto, è proprio lì infatti che risiede il vero motore nascosto dell’apprendimento.
Nella mia esperienza di insegnante, ma ancor prima di alunna, sono stati la qualità delle relazioni ed il benessere a far scattare la passione e la voglia di imparare.
E’ dentro quella dimensione di benessere che si può parlare di peer-to-peer e di cooperative learning ed è sempre in quella dimensione, che si crea lo spazio per la crescita e per lo sviluppo di nuove idee.
Cosa fare per costruire un buon clima all’interno del gruppo classe?
Per costruire un buon clima all’interno di una sezione di scuola dell’infanzia è necessario dedicare tempo risorse ed energie alle relazioni, all’osservazione dei bambini e delle bambine, soprattutto nei momenti di gioco libero, è importante ascoltarli, parlare con loro, dare tanto spazio al dialogo con i singoli, soprattutto nei momenti informali.
Solo dopo aver fatto questo, si potrà chiedere loro di procedere come gruppo e, nel momento delle attività, aspettarsi che si possa crescere insieme, anche se ciascuno con il proprio ritmo di apprendimento.
Questo ultimo aspetto è particolarmente impostante: se i bambini e le bambine sono abituati a procedere insieme, accetteranno che le indicazioni siano fornite in modo generale e vivranno le attività senza bisogno di troppe conferme o di spiegazioni individuali, semplicemente mettendosi in gioco.
Strutturare la capacità di ascolto: bambini, bambine e insegnanti in dialogo.
La capacità di ascolto è un altro aspetto decisivo per l’apprendimento, senza la reciproca capacità di ascoltarsi, nulla può essere costruito e, come dicevo, io sono abituata a mantenere un dialogo costante con i miei alunni.
Dal momento dell’accoglienza a quello del pranzo, fino al gioco e al riposo, loro sanno che io ci sono e sono in ascolto e questo per loro conta, mentre per me è importante semplicemente sapere come stanno e per scoprirlo, talvolta sono sufficienti uno sguardo, un sorriso, un cenno e ci si capisce al volo.
Questo costante scambio di comunicazione in una sezione di scuola dell’infanzia, aiuta per molti motivi, non ultimo, per il fatto che quando si passa al momento operativo, si riesce ad andare subito al sodo, insieme, senza lasciare indietro nessuno, procedendo con intenzionalità e condivisione.
Forse da fuori sembrano solo parole, ma è proprio così.
Lasciare che i bambini arrivino alla loro meta, senza passare da un percorso prestabilito.
Molti insegnanti alla scuola dell’infanzia procedono scegliendo il modello di un prodotto e lo riproducono con i bambini, chiedendo loro di eseguire una serie di passaggi prestabiliti, che dovrebbero portare tutti o quasi i componenti del gruppo, allo stesso risultato.
Questa modalità, potenzia molte competenze operative e aiuta i bambini a costruirne di nuove ma ostacola lo sviluppo del pensiero critico e divergente e oscura la creatività.
Anche io a volte lavoro su modello, perché magari qualcosa mi piace tanto e amo condividerlo, ma se questa modalità rimane l’unica, diventa molto difficile per i bambini e le bambine, divertirsi imparando.
Lavorare con materiali destrutturati, presuppone una spiegazione chiara sul loro utilizzo e sulle regole che vengono messe in gioco: usare l’acqua o la farina per esempio, non significa fare quello che si vuole o utilizzare in modo scorretto quanto è a disposizione, piuttosto vuole dire, prendersi il tempo per sperimentare e per valutare insieme, l’esperienza vissuta e i risultati raggiunti.
Costruire insieme ai bambini un percorso operativo, che porti ad un prodotto originale.
Le attività con i materiali sono estremamente gratificanti, ma talvolta bloccano gli insegnanti, perché alcuni sono spaventati e disorientati dal non avere un punto di arrivo chiaro.
Se ti capita di sentirti così, di non sapere bene da dove cominciare e dove potresti arrivare, fai un passo indietro e poniti come obiettivo semplicemente il percorso.
Con questo cambio di prospettiva il prodotto o il risultato concreto, sarà costituito dal cambiamento visibile nei bambini e nelle bambine.
Un bambino in difficoltà che sorride felice per i suoi risultati, una bambina rigida che si lascia andare alla manipolazione con spontaneità, i più piccoli che riescono a collaborare, i grandi che si pongono domande e si danno risposte, ragionando insieme e trovando soluzioni, tutte queste cose ripagano l’insegnante di ogni fatica.
Niente a che vedere con un risultato estetico o con un plico da portare a casa, ma tanta, tanta esperienza con cui fare i conti e su cui riflettere, insieme ed individualmente, tanto movimento di idee, di pensiero e di relazione, utili per crescere.
Far crescere, in una sezione di scuola dell’infanzia, la capacità di provare, sbagliare e cambiare rotta.
Una volta attuati tutti i precedenti passaggi, va da sé che l’ultimo dei prerequisiti o il punto di arrivo del percorso con i materiali, sia proprio questo: costruire con i bambini e le bambine della propria sezione di scuola dell’infanzia una quotidianità, in cui l’elasticità, la flessibilità, la capacità di riflessione siano competenze costantemente coltivate.
Le diverse caratteristiche cognitive, le neurodivergenze, i primi segnali di un disturbo dell’apprendimento, con un simile percorso, non diventano motivo di isolamento e stigma, ma sono semplicemente caratteristiche personali con cui fare i conti e che possono risultare preziose per il singolo e per l’intero gruppo.
In questa dinamica, un altro elemento di grande valore per i bambini, è costituito dall’errore, dallo lo sbaglio, dall’incidente di percorso.
Si impara a guardare allo sbaglio come ad un’occasione di revisione, che certamente porta su un terreno instabile e scivoloso, che per alcuni adulti e bambini è particolarmente ostico, ma che aiuta anche ad esercitare l’elasticità e il dinamismo, caratteristiche che rendono le attività più interessanti e divertenti.
Allenando i bambini a vedere l’errore come un passaggio necessario, li si aiuta a fare i conti con la realtà e talvolta a ridimensionare il perfezionismo, in qualcuno già naturalmente spiccato.
Nel lavoro quotidiano in una sezione di scuola dell’infanzia, ogni insegnante è chiamato a coltivare il proprio stile e la propria unicità.
Lavorare con questi presupposti è complesso e all’inizio può sembrare difficile, ma arricchisce molto la consapevolezza di adulti e bambini e rende la quotidianità a scuola più stimolante e piacevole.
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