Accoglienza alla scuola dell’infanzia: attività da fare i primi giorni di scuola con i bambini e le bambine.

Piccoli trucchi per sopravvivere ai primi giorni di scuola.
Il momento dell’inserimento è tra i più delicati ed impegnativi dell’anno scolastico, per i bambini e le bambine, per i loro genitori e non ultimo per le insegnanti.
I primi giorni di scuola sono decisivi per tanti motivi: lasciano un segno nella percezione dei bambini, danno una direzione al rapporto con i genitori e tracciano quelle che saranno le caratteristiche peculiari del gruppo che si va formando.
L’insegnante in tutto questo percorso ha il compito e direi il potere, di svolgere un’azione di regia.
Vediamo insieme a quali cose in particolare, porre attenzione, per sopravvivere ai primi giorni di scuola e possibilmente divertirsi.
Il primo giorno di scuola in una sezione di scuola dell’infanzia.
Nell’ecosistema scuola dell’infanzia, il primo giorno di scuola, l’obiettivo principale per tutti è davvero sopravvivere.
I bambini e le bambine devono sopravvivere al distacco e non è facile perché tutti arrivano carichi delle aspettative e delle ansie degli adulti intorno a loro. I genitori pensano alla futura carriera scolastica dei figli mentre il primo naturale pensiero dei bimbi è: ma torneranno a riprendermi???
Come ben sanno le insegnanti, questo pensiero è talmente totalizzante che quando l’ansia da separazione sale, non ci sono parole che possano spiegare ai più piccoli che si
mamma e papà tornano sempre a riprendere i loro bambini.
Fa sorridere ma è così e di fronte a questo, tutto appare inadeguato: giochi, attività, compagni, sembra che nulla possa consolare o almeno lenire, ma in realtà non è così.
L’insegnante sopravvive al primo giorno di scuola, ai pianti, alle richieste e all’accoglienza di tanti bambini e genitori, proprio nella misura in cui riesce a gestire queste emozioni.
L’equilibrio si trova offrendo attività che riescano ad impegnare i bimbi, coniugando mani e pancia, cuore e mente, senza far prevalere la componente operativa sulla sfera emotiva.
Il primo giorno e talvolta, anche nei giorni a seguire, non conta nulla aver creato un prodotto ben riuscito, non è importante portare a casa un lavoretto o un ricordo
a mio parere quello che conta è che il tempo passato insieme lasci una traccia positiva dentro ciascuno.
Facile a dirsi e meno a farsi: il pallino sfugge in un attimo e solo con grande cura ed attenzione è possibile mantenere il focus sul benessere.
Riuscirci però è fondamentale e da questo dipenderà il futuro andamento del gruppo nel tempo.
Il mio consiglio è di dedicare tempo, risorse ed energie alla cura della relazione, più che allo strutturare attività.
Cosa fare la prima settimana alla scuola dell’infanzia.
Esistono alcune semplici proposte che ci permettono di tenere i bambini impegnati e che sono abbastanza flessibili da consentirci anche di tenere sott’occhio gli aspetti emotivi più importanti.
Utilizzare i burattini come sfondo integratore.
I primi giorni di scuola può essere molto d’aiuto, presentare come compagno di gioco e di percorso un burattino o un semplice pupazzo.
Questa proposta può essere fatta in forma di sfondo integratore, una sorta cioè di filo conduttore che lega nel tempo diverse proposte ed attività
oppure come semplice supporto per narrazioni e giochi.
Il burattino diventa, nel primo caso, il compagno che ci presenta situazioni, persone, attività, scoperte e che ci accompagna nel tempo; mentre nel secondo caso, favorisce nei bambini la capacità di ascolto e concentrazione e permette, semplicemente, di distrarre l’attenzione dal pensiero dominante del distacco.
In concreto il burattino ci permette di:
- Presentare i bambini facendo una piccola intervista: come ti chiami, quanti anni hai, qual è il tuo gioco preferito e così via.
- Far sorridere, interpretando ruoli buffi o teneri: per esempio farlo piangere, aiuta a sdrammatizzare oppure farlo cadere o fargli fare cose buffe, ci aiuta a ridere di noi e ad alleggerire la tensione.
- Narrare fiabe o racconti in modo più incisivo e coinvolgente.
Giochi per conoscere i nomi dei compagni.
Esistono molte varianti sul tema dei giochi per la conoscenza dei nomi, tra cui scegliere.
Tutti questi giochi sono importanti perché aiutano a strutturare momenti di dialogo e di tranquillità in cui ognuno possa trovare spazio.
Non tutti i bambini e le bambine si lasceranno coinvolgere, soprattutto i più piccoli a volte sono restii, ma anche solo partecipare ascoltando è già un ottimo risultato.
Ecco alcune varianti:
- Il burattino tocca la testa dei bambini e il bambino toccato dice, di volta in volta il proprio nome, il cibo preferito, il colore, l’età, l’amico del cuore e così via.
- Con una palla, in cerchio, il bambino che tiene la palla dice il proprio nome. Al secondo giro, dice il nome di un amico a cui poi passerà la palla. Al terzo giro dice il nome dei due compagni che ha vicino. Al quarto una cosa che gli piace…
Attività per ripetere i nomi dei compagni, con palline da tennis e colore.
Dopo aver imparato i nomi dei compagni, per consolidarne la conoscenza, si può passare a questa attività divertente.
Preparare un grande foglio di carta da pacco, steso sul tavolo e fermato con nastro adesivo.
I bambini e le bambine si posizioneranno intorno al tavolo e lasceranno rotolare una pallina da tennis, prima nella tempera e poi verso un compagno di cui dovranno ripetere il nome.
Chi riceve la pallina la dirotta poi verso un altro compagno, mentre il colore lascia traccia sul foglio.
Non preoccuparti se qualcuno dei bimbi si perderà la pronuncia dei nomi, il fatto stesso di lavorare insieme ad un tema comune
è già importante e comincia a strutturare, pian piano, lo spirito di gruppo.
Il gioco del gomitolo per imparare i nomi e creare legami.
Il gioco del gomitolo è utile per ripetere e consolidare la conoscenza dei nomi da parte dei più piccoli, ma è anche piacevole per i bambini più grandi, già consapevoli del valore delle amicizie e delle relazioni che si vanno costruendo a scuola.
Nella versione più semplice si mette in gioco un gomitolo di lana colorata di buone dimensioni.
Il gomitolo passerà da bambino a bambino, rotolando e metterà al centro di volta in volta il nome di chi lancia o di chi riceve, il piatto preferito, il personaggio, il colore, la fiaba, il gioco e così via.
Ogni bambino che riceverà il gomitolo terrà tra le dita la lana, in modo tale che il procedere del gioco crei un intreccio sempre più articolato e complesso
come complessi sono i legami che si creano in una sezione di scuola dell’infanzia.
Una variante può essere che, invece di tenere il filo di lana tra le mani, lo si faccia per esempio girare intorno al polso o alla caviglia di ogni bambino che riceve il gomitolo.
Alla fine districare gli intrecci sarà la parte più divertente.
Esplorare gli ambienti della scuola dell’infanzia con il gioco del gomitolo.
Un’altra attività interessante, i primi giorni di scuola, consiste nell’esplorare i diversi ambienti della scuola in favore dei bambini più piccoli che ancora non li conoscono.
L’esplorazione può essere fatta in diversi modi, ma con il gioco del gomitolo, il tutto assume le sembianze di una caccia al tesoro che può essere ampliata ed arricchita da diversi elementi.
La cura del setting prevede il posizionamento del filo nei diversi ambienti, per farlo è necessario procurarsi un gomitolo abbastanza lungo e con del filato resistente, che possa essere dispiegato nei vari spazi ed ancorato ad un punto dell’ambiente stesso: una maniglia, un termosifone, un mobile o altro.
Una volta strutturato tutto il percorso, senza mostrarlo ai bambini, si potrà uscire dalla sezione e andare alla scoperta degli spazi, riavvolgendo gradualmente il gomitolo e
ripercorrendo il tragitto insieme.
Mentre si riavvolge il gomitolo, come per uscire da un labirinto, sarà importante mantenere alta l’aspettativa e il senso di attesa per le scoperte che si vanno facendo:
narrando come se si fosse in una favola oppure, facendo trovare in ogni ambiente un piccolo tesoro da portare in sezione.
Questo ci aiuterà, alla fine del gioco, a rielaborare insieme il percorso e le cose viste e scoperte.
Questa attività nella sua semplicità, aiuta a coinvolgere anche i bambini e le bambine più grandi che già conoscono e vivono da tempo gli spazi della loro scuola,
creando con il fattore sorpresa stupore e aspettativa.
Caccia al tesoro con il gomitolo per scoprire le parole dell’amicizia.
Un’altra attività da svolgere con il gomitolo, simile alla precedente, ma con maggior intenzionalità, è quella di creare sempre un percorso/labirinto, con il filato del gomitolo
ma che ci porti, questa volta, a scoprire le parole dell’amicizia.
Questa attività per l’accoglienza alla scuola dell’infanzia è utile perché ci consente di introdurre in modo divertente, l’altra proposta che solitamente si ripete ogni anno nei primi giorni di scuola
che è quella della scoperta e della condivisione delle principali regole della scuola.
Per proporla sarà sufficiente ricreare il labirinto con il filo di lana, magari in uno spazio inconsueto come il giardino e far trovare ai bambini, attaccate al filo ma nascoste, le parole dell’amicizia, stampate su appositi cartellini: grazie, prego, per favore, scusa, permesso… e così via.
Ognuno focalizzerà l’attenzione sulle parole che desidera far passare come importanti e una volta scoperte e raccolte tutte le parole, si passerà a commentarle e studiarle insieme
raccontando di quella volta che…
- Quella volta che ho detto grazie…
- Quella volta che mi hanno detto grazie…
- Quella volta che ho litigato e…
- Quella volta che ho chiesto scusa…
Con semplicità si riuscirà a creare una traccia utile, per strutturare in modo naturale ed interessante, una conversazione guidata sul tema del rispetto di sé e degli altri.
Per altri spunti sul periodo dell’inserimento leggi anche:
Inserimento alla scuola dell’infanzia. Cosa fare e cosa non fare per un sereno passaggio.
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