Scuola dell’infanzia, attività da proporre per sviluppare creatività e pensiero divergente.

Scuola dell’infanzia, attività da proporre per sviluppare creatività e pensiero divergente.

Cinque domande da porsi per scegliere le attività più gratificanti, per noi e per i nostri bambini.

 

 

Cosa faccio domani a scuola con i bambini?

 

 

 

Quante volte ti sei fatta questa domanda?

 

Uno dei più grandi interrogativi che ogni insegnante si pone è cosa proporre quotidianamente a scuola.

 

Lo scopo del nostro fare è favorire lo sviluppo degli alunni e di un clima positivo all’interno del gruppo, per questo le attività didattiche che proponiamo sono decisive.

 

Ogni realtà scolastica è diversa, così come sono diverse le persone che agiscono all’interno di un team docenti, di un contesto, di un territorio.

Al netto di questo però, ognuno di noi è chiamato ogni giorno e per molti anni, a fare scelte concrete.

 

Cosa può aiutarci a rendere le nostre scelte più consapevoli ed efficaci?

 

Ti propongo cinque domande da porti, per chiarire meglio il percorso e per renderlo più piacevole, per te e per i bambini e le bambine della tua sezione.

 

Partiamo da noi…

 

 

 

Insegnare alla scuola dell’infanzia con consapevolezza: che tipo di bambina/o ero?

 

 

 

Ognuno di noi vive il proprio percorso e riflette nel proprio lavoro e nelle scelte ad esso correlate, la propria sensibilità e le proprie caratteristiche.

 

Il primo passo verso la consapevolezza, credo sia proprio imparare a riconoscere queste caratteristiche per riuscire anche ad essere rispettosi di quelle degli altri.

 

Per dirla con Steve Jobs:

 

Stay hungry, stay foolish. Siate affamati, siate folli.

 

Dopo tanti anni di insegnamento può capitare di non sapere più di che cosa si è affamati e, se hai provato questa sensazione, sai che questo rende tutto molto più difficile.

 

Per chiarirsi le idee può essere utile ricordare di che cosa eravamo affamati da bambini…

 

Eravamo curiosi, interessati, altruisti, sognatori, creativi, pasticcioni, focalizzati, attenti, costanti?

O magari tutto il contrario?

 

Tenere conto di questo, quando facciamo le nostre scelte quotidiane a scuola, è un processo utile e creativo e può aiutarci a rimanere focalizzati, evitando la sensazione di avere inserito il pilota automatico e di compiere azioni e scelte, magari decise da altri, che poco dicono di noi e non ci fanno stare bene.

 

Portare nel team il proprio punto di vista, il proprio stile, non è sempre facile e talvolta capita di accogliere passivamente le proposte altrui, senza grande convinzione, ma ripartire da quella domanda può aiutarci a ritrovare la motivazione e a reinventare un percorso più creativo e personale.

 

 

 

Stili educativi alla scuola dell’infanzia: che tipo di insegnante sono?

 

 

 

La domanda successiva da porsi dunque è proprio questa: che tipo di insegnante sono oggi?

 

Quali caratteristiche metto in gioco? Cosa mi viene facile e cosa no? Come imparo? Penso in modo convenzionale o fuori dalla scatola? Quali linguaggi mi appartengono di più e quali strumenti utilizzo per esprimerli?

 

Concretamente: amo narrare, drammatizzare, utilizzare il linguaggio artistico, motorio, senso-percettivo?

 

Quali sono le mie scelte prevalenti e come le condivido con i bambini e le bambine e con i colleghi?

 

Partendo da ciò che ho, posso arrivare a quello che ancora mi manca come insegnante?

 

 Per farlo, è importante rendersi conto del fatto che alcuni alunni hanno caratteristiche simili alle nostre e quindi ci sarà facile comunicare con loro e comprenderli, mentre altri funzionano in modo totalmente diverso da noi e, con loro, dovremo fare un lavoro ancora più fine e prezioso: quello di uscire dal nostro punto di vista per accoglierne uno diverso.

 

Questa modalità di procedere è davvero utile, perché consente a noi di comprendere l’altro e al bambino che ci sta davanti, di essere accolto e quindi di sentirsi bene con sé stesso e con le proprie caratteristiche, qualunque esse siano.

 

 

 

Lavoretti e stampabili o percorsi creativi, cosa scegliere alla scuola dell’infanzia?

 

 

 

Nel lavoro quotidiano alla scuola dell’infanzia, nasce spontanea una domanda: lavoretti o percorsi?

 

Quale di queste due scelte può mettere in luce potenzialità e limiti di ciascuno di noi, adulti e bambini?

 

In quale di questi due processi, possono venire alla luce il pensiero creativo e divergente, i talenti, la ricerca di risposte personali, verificabili e modificabili nello svilupparsi del percorso?

 

La crescita, risiede nell’eseguire più o meno bene una consegna o nel porsi domande, nel cercare le proprie personali risposte e poi nel condividerle con gli altri?

 

Ti sarai data già una risposta.

 

La mia è questa: nel lavoro a scuola, così come nella vita, è il processo che conta e non il risultato o il prodotto finale.

 

Spesso invece si procede al contrario: si sceglie un bel prodotto e si cerca di riprodurlo, andando alla ricerca di una prestazione, che spesso non risponde ai reali bisogni dei bambini ma più a quelli degli adulti:.

Ottenere un bel disegno, un bel quaderno, un lavoretto, spesso è gratificante per noi e molto meno per loro.

 

E' nel percorso e nel fare concretamente, che i bambini e le bambine scoprono chi sono e il mondo che li circonda.

 

Se propongo attività stereotipate e ripetitive, tolgo loro una parte importante del processo, quella più creativa, legata al mettere in gioco le proprie capacità, allo scoprire i propri limiti e all’impegnarsi per superarli.

 

In altre parole, ogni volta che mostro ai miei alunni una strada già tracciata, spiegando come essa sia la migliore da percorrere, tolgo spazio alla creatività e, senza neppure rendermene conto, mando segnali negativi a tutti quei bambini e bambine per cui esprimere la creatività è un bisogno.

 

Se tra i miei alunni ci fosse un futuro Van Gogh, le fotocopie potrebbero davvero aiutarlo?

 

Un lavoretto preconfezionato o gli stampabili da colorare in modo predefinito, sono una strada già tracciata che sembra dire ai bambini: tutti partiamo dalla stessa linea di partenza e tutti arriveremo nello stesso punto.

 

Come adulti e come educatori, sappiamo bene che in realtà non è così:

ognuno di noi, grande o piccolo, ha un proprio punto di partenza e segue traiettorie di sviluppo personali, che conducono a risultati e mete molto diversi.

 

 

 

Risorse didattiche per la scuola dell’infanzia che aiutano a far funzionare il gruppo.

 

 

 

Le risorse didattiche che possono aiutarmi a far funzionare meglio le dinamiche, all’interno di una sezione di scuola dell’infanzia, sono:

tutti i percorsi legati al fare, allo sperimentare, al lasciare spazio alle esperienze e dentro queste, alle relazioni.

 

Narrazioni, percorsi motori, tattili e sensoriali, esperienze con i materiali, didattica all’aperto, utilizzo di materiali naturali, artistici, attività ludiche, teatrali e laboratoriali.

 

 Tutte queste proposte concorrono a costruire percorsi che possono sfociare in attività didattiche piacevoli, che vanno a rafforzare il benessere dei singoli e

ci aiutano a costruire gruppi coesi e funzionali.

 

Viceversa, se dentro al gruppo qualcuno non trova il proprio spazio, perché costretto in percorsi poco stimolanti, il risultato sarà uno stato di costante irrequietezza e insoddisfazione,

sia dei più piccoli che degli adulti e, a lungo andare, questa condizione logora il benessere e il piacere di stare a scuola.

 

Sperimentiamoci dentro esperienze nuove, creiamo percorsi individualizzati, non necessariamente rivolti al singolo alunno, ma che permettano a ciascuno di lavorare in modo individuale e allo steso tempo cooperativo, mettendo in gioco le proprie personali competenze.

 

Smettiamo di ragionare in base alle età anagrafiche dei bambini e apriamo gli occhi sul fatto che ognuno ha il proprio livello di consapevolezza e di crescita e che ciascuno di loro può dare, in base a quello che noi adulti avremo saputo chiedere.

 

Se la richiesta è uguale per tutti, qualcuno progredirà ma molti staranno fermi al punto da cui sono partiti.

Lavoretti e fotocopie ci aiutano a renderci conto di quando questo succede?

 

 

 

Nuovi percorsi didattici alla scuola dell’infanzia, da dove cominciare?

 

 

 

Per proporre percorsi didattici più creativi alla scuola dell’infanzia può essere utile partire dai materiali.

 

Non sei preparata o non lo hai mai fatto?

 

Niente paura, lascia che siano i bambini a guidarti in questa scoperta. Loro sanno esattamente cosa fare.

 

Quando li metti davanti ad un materiale nuovo, inusuale, che non hanno mai sperimentato, si avvicinano senza paura, senza filtri e senza bisogno che qualcuno dica loro come o cosa fare.

 

Lasciali sperimentare, osservali, accompagnali lasciandoti coinvolgere, non avere paura di destrutturare regole e disciplina, se le regole sono chiare e condivise,

loro le faranno proprie e saranno capaci di rispettarle anche senza il bisogno di richiami.

 

Esci dal ruolo di insegnante che infonde la conoscenza e sperimentati in quello di guida, che li accompagna e vive insieme a loro un percorso di scoperta.

 

 Spesso quando iniziamo un’attività alla scuola dell’infanzia, sappiamo da dove parte ma non ancora dove ci farà approdare, la bellezza sta nello scoprire che

il viaggio condiviso è la più entusiasmante delle esperienze.   

 

 

 

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Cristina Vitali
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