Studiare all’estero. Partire per un mese, per un anno o per restare.

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Se stai valutando, per te o per tuo figlio, la possibilità di svolgere un periodo di studio all’estero e hai molti dubbi e poche certezze, proverò ad offrirti qualche dato in più per prendere una decisione consapevole.

 

Cosa serve per andare a studiare all'estero?

 

 

Che tu sia un genitore o un giovane studente o studentessa, la prima cosa che credo sia necessaria per andare a studiare all'estero, credo sia una forte motivazione.

 

Chiediti qual'è la tua. Quale motivazione forte sospinge e sostiene la tua scelta.

 

 

Rifletti su questo prima di fare qualsiasi altra considerazione. Chiediti perché.

Perché ho questo desiderio dentro il cuore, per me o per mio figlio?

Perché sono disposto/a a stare lontano dalle persone che amo, dagli amici, dalle certezze, dalle abitudini?

Perché sono disposto/a a fare rinunce importanti, economiche ed affettive?

Questa esperienza vale un anno della mia/della nostra vita?

 

Ho posto questa riflessione iniziale perché credo sia necessario farsi queste domande prima di una eventuale partenza e penso che le risposte che ci saremo dati, torneranno utili nei momenti difficili.

 

Momenti che ci saranno sicuramente, per chi sta a casa e anche per chi parte, momenti prevedibili e gestibili, nella misura in cui avremo definito il nostro WHY.

 

Il nostro perché, quella chiamata a cui non potevamo non rispondere, quella motivazione che richiederà persistenza e visione di lungo periodo e che porterà alla fine un grande arricchimento per tutti.

 

 

Vacanze studio all'estero: partire per un breve periodo.

 

 

Da giovane ho vissuto alcuni brevi periodi di studio all’estero, sono state esperienze belle e forti, che mi hanno arricchito tantissimo e che ricordo ancora come un momento importante della mia vita.

In quei periodi ho scoperto una nuova cultura, una nuova lingua, tradizioni, alimentazione, abitudini, metodo di studio, tutto era nuovo, sfidante e coinvolgente.

La prima volta lontano da casa, nel mio caso il primo aereo preso, la prima volta in cui ti senti solo e sperduto ma anche la prima volta per nuove amicizie, nuovi stimoli, nuove idee che nascono, nuove scoperte su te stesso e sul mondo.

Chiunque abbia provato questa esperienza, credo possa essere d’accordo sul fatto che i ragazzi ne escono certamente arricchiti, sia dal punto di vista didattico, che da quello più squisitamente umano.

Vale la pena di farli sperimentare un viaggio di studio, per imparare una nuova lingua e fornire loro in questo modo, un’occasione per mettersi alla prova in autonomia.

Sperimenteranno certamente la nostalgia e la fatica di fare da soli, ma anche la bellezza di affrontare qualche difficoltà e di riuscire a cavarsela.

Altro tipo di esperienza è quella di trascorrere un intero anno di studio all’estero, solitamente il quarto anno di scuola superiore.

 

 

Anno all'estero: costi, lingua ed emozioni. Come preparasi.

 

 

Che livello linguistico bisogna avere?

 

 

Per vivere questo tipo di esperienza con la necessaria serenità, è preferibile avere già una buona base nella lingua di studio che si andrà ad affrontare. Partire veramente da zero, senza conoscere per nulla l’idioma del paese in cui si vivrà, non solo può rendere tutto più complicato, ma può risultare poco proficuo dal punto di vista accademico.

E’ vero che l’anno all’estero arricchisce sempre, in qualsiasi luogo venga svolto, ma è altresì vero che per poter scegliere e seguire corsi e materie qualificanti, che regalino una crescita anche accademica, è preferibile avere una certa conoscenza della lingua, per non essere costretti a scegliere corsi di ripiego.

L’approfondimento della lingua di studio, va preparato negli anni, non può essere improvvisato e oltre che a scuola, può essere ottenuto con i classici corsi estivi ma anche e soprattutto con una pratica continua nel corso del tempo, fatta se possibile anche in famiglia. Questo ci darà qualche certezza in più quando ci troveremo a dover prendere una decisione. 

 

 

Anno all'aestero nostalgia ed altre emozioni.

 

 

Subito dopo aver preparato, i presupposti della lingua, è necessario, come dicevamo, preparare i presupposti emotivi di questa scelta. Farlo insieme, ragazzi e genitori è sicuramente la scelta migliore.

La decisione va ponderata e studiata insieme, perché i costi economici ed emotivi di questa esperienza, ricadranno sull’intera famiglia. I ragazzi non devono essere lasciati soli a riflettere su questa possibilità, ma vanno sicuramente lasciati liberi di decidere.

Come genitori possiamo indicare una direzione, sospingere o trattenere in base alla conoscenza che abbiamo dei nostri figli, ma la scelta è e deve essere loro.

Alla fine saranno loro a partire e a doversi mettere in gioco, quello che conta per noi, è essere capaci di guardarli con sincerità e rispettare il loro bisogno di fare esperienze anche lontano da noi.

Lontano non deve voler dire senza regole e senza vigilanza.

Si possono stabilire insieme e a priori, alcuni criteri condivisi: come e quante volte sentirsi, come comunicare con i docenti e con la famiglia ospitante, quali e quante uscite serali, quali spese extra fare e quali evitare e così via, proprio come si farebbe se fossero a casa.

 

 

Studiare all’estero cosa serve valutare per essere pronti  alla partenza.

 

 

Se può consolarvi, per la mia esperienza diretta, posso dire che non si è mai pronti.

Non si è pronti, perché spesso il distacco è una cosa nuova, solo immaginata in precedenza.

Non si è pronti e quando saranno arrivati, un buon College li preparerà anche formandoli, all’idea che partendo si vive un Cultural shock, un momento di disorientamento a cui si dovrà necessariamente reagire.

Non si è pronti, perché a casa resta un vuoto e ognuno proverà a riempirlo a modo suo.

Non si è pronti, perché alcuni aspetti impegnativi non se ne vanno, solo perché si è partiti: la scuola resta un impegno costante, le amicizie sono tutte da costruire e via dicendo.

Non si è pronti ma ci si può preparare e farlo serenamente, facendosi aiutare se serve dal sostegno di agenzie specializzate e dalla scuola di provenienza.

Nel nostro caso abbiamo fatto da soli, con una buona dose di incoscienza ed ottimismo.

La nostra scelta è caduta su un ottimo College nel Regno Unito, con un solido International Team, che ci ha offerto il programma I.B. e che ha messo a disposizione dei ragazzi e delle ragazze internazionali, ogni tipo di accoglienza e di aiuto e supporto.

 

Questo non ci ha evitato, come famiglia, di trovarci travolti dalla pandemia di Covid19, e di dover vivere per questo, momenti davvero difficili, che però abbiamo superato.

Ancora oggi nostra figlia quando affronta qualcosa di nuovo ed impegnativo dice: se me la sono cavata allora, posso farcela anche adesso.

 

Questo per dire che le difficoltà ci sono, ma possono essere affrontate e superate con successo e possono diventare importanti certezze per il futuro, in un percorso che, una volta messo in movimento, non è facile prevedere dove porterà.

 

 

International Baccalaureate o Baccellierato internazionale. Un diploma per proseguire gli studi all’estero.

 

 

Dopo la prima esperienza, può capitare anche che un ragazzo o una ragazza scelgano di proseguire gli studi all’estero e se questa è una prospettiva che in qualche modo pensate possa riguardarvi, il mio consiglio è quello di scegliere, a priori, un ottimo College ed un programma che garantisca un diploma di valore, con materie che preparino adeguatamente al percorso universitario.

Nel mondo anglosassone il programma considerato standard è l’A-Level, ma esistono altre opzioni certamente più impegnative ma anche più ricche e di valore, talvolta poco conosciute, come l’International Bacalaureate, un diploma internazionale riconosciuto in molti paesi del mondo.

Questo percorso è nato per offrire agli studenti una visione internazionale e per aiutarli a strutturare una mentalità cosmopolita, ma solitamente non viene proposto dalle varie agenzie ed è quindi poco conosciuto.

Se sei interessato/a ad aprirti al mondo, come singolo e come famiglia quella dell’I.B. è una strada di grande valore che richiede, certo, un impegno anche accademico e non solo emotivo, ma che offre in cambio la prospettiva di essere accettati nelle migliori università del mondo.

Quando nostra figlia ha scelto di proseguire gli studi in U.K. al suo Liceo italiano ci dissero che non era mai successo che uno studente partito per l’anno all’estero facesse questa scelta, ma la cosa non ci ha spaventato e anzi l’abbiamo vissuta come una ulteriore opportunità.

Scegliere di intraprendere il percorso universitario all’estero: vivere con la valigia.

La nostra unica figlia è partita a diciassette anni appena compiuti e ha scelto di proseguire ed ultimare il suo percorso di studio all’estero.

Questa scelta non è banale né scontata e ha dei costi e delle ricadute importanti.

I costi sono sia economici che umani e, dopo la Brexit, per chi ha scelto il Regno Unito, sono ulteriormente aumentati.

 

 

I costi economici per studiare all'estero.

 

 

Non nascondo che l’impegno è notevole. Ognuno conosce il proprio reddito e le proprie possibilità ma per una famiglia media, offrire questa possibilità ad un figlio, può significare fare rinunce in molte altre direzioni, per convogliare le risorse economiche là dove si rendono necessarie.

Le tasse universitarie, l’affitto della residenza, le spese quotidiane, i viaggi aerei, le voci da considerare sono molte.

E’ una scelta, che noi abbiamo fatto ma che, sappiamo benissimo, altri non farebbero ed ognuno prima di cominciare, come dicevamo all’inizio, deve studiare con attenzione il proprio WHY e poi carta e penna, fare i conti e preparare il proprio piano.

Se sei un genitore con figli ancora piccoli, il mio consiglio è di partire con largo anticipo ad accantonare risorse per il futuro percorso di studi.

La quota necessaria per sostenere un percorso di valore è considerevole, sia all’estero che in Italia, ed è bene arrivare a quel momento preparati e tranquilli.

 

 

Perchè lasciar andare i figli all'estero: costi umani.

 

 

Lasciare che un figlio parta e faccia questo tipo di esperienza, comporta per lui e per i genitori, oltre a quello economico, anche un altro tipo di costo, quello che si potrebbe definire umano.

E’ un sacrificio grande, che un genitore in questa situazione, ha definito una volta incalcolabile.

Dentro ci sono davvero molti aspetti da considerare e vanno osservati da entrambe le parti in gioco.

I genitori compiono un gesto di grande generosità nel rinunciare alla quotidianità con i loro figli: li sentono e li vedono in videochiamata ma non possono abbracciarli quando desiderano farlo e non sono lì per accudirli, per cucinare per loro per esempio o per alleggerirli di qualche incombenza, proprio come farebbero se fossero a casa.

I figli fanno una scelta ancora più impegnativa: possiamo ben immaginare cosa voglia dire scegliere di lasciare il certo per qualcosa di totalmente sconosciuto, affrontare le difficoltà da soli e lasciare a casa le comodità e la propria confort zone.

Tutti questi aspetti vanno ponderati attentamente, e anche dopo averlo fatto, si dovrà provare sulla propria pelle cosa significa viverli.

Molte persone che incontro, quando mi chiedono come va, ascoltano e poi se ne escono con frasi di compatimento e ti fanno capire che loro non avrebbero mai fatto una scelta simile.

Rispetto questo punto di vista, ma vorrei riuscire a dire anche quello che ci sospinge ogni giorno e ci fa stare sereni.

Abbiamo lasciato che nostra figlia potesse essere libera di scegliere e lo abbiamo fatto donando moltissimo di noi stessi, le abbiamo fornito l’opportunità di tirare fuori le sue migliori risorse e di metterle in circolo in un ambiente stimolante e sfidante, l’abbiamo chiamata a dare il meglio, perché anche noi stavamo facendo lo stesso, abbiamo rinunciato a molto certamente, ma in favore di un bene più grande.

 

 

E oggi quando ci confrontiamo con lei, quando la ascoltiamo, ci rendiamo conto che ha fatto davvero progressi incalcolabili, proporzionati anzi, più grandi di quel sacrificio incalcolabile di cui parlavamo poc’anzi.                                    

 

 

                                                                                                                                                                                Designed By Freepik.

Cristina Vitali
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