International Baccalaureate. Che cos'è e cosa offre ai ragazzi.

International Baccalaureate. Che cos'è e cosa offre ai ragazzi.

Un percorso di studi, riconosciuto internazionalmente, il cui diploma è accettato dalle università di oltre 90 paesi, tra cui le più autorevoli a livello mondiale, può davvero arricchire l’esperienza di crescita dei ragazzi?

 

Cosa si intende per I.B. diploma.

 

 

 

Quando mia figlia, a diciassette anni appena compiuti, ha lasciato il liceo italiano che frequentava, per continuare nel Regno Unito il suo percorso di studi, molte persone mi hanno chiesto cosa facesse e ogni volta che rispondevo frequenta l’I.B. ricevevo cenni di assenso ma coglievo anche, nello sguardo degli interlocutori, un grande boh.

 

In effetti rispondere che l’International Baccalaureate, per brevità I.B., sia un diploma internazionale è la cosa più semplice da dire, ma non racconta quasi nulla della ricchezza di questa esperienza.

 

La prima volta che ne sentii parlare fu da una “famiglia internazionale”, una di quelle chiamate di terza cultura, residente in Lussemburgo, padre e madre, entrambi laureati ad Harvard, provenienti da continenti diversi e con i figli, a loro volta nati in diversi paesi. Ebbene i toni della conversazione con questi genitori furono così entusiastici, che mi spinsero ad approfondire.

 

Scoprii che in Italia non sono molte le scuole ad offrire l’I.B. e che tutte erano troppo lontane dal nostro luogo di residenza, così l’idea rimase in un angolo.

 

Quando però nostra figlia maturò la scelta di partire, per arricchire il suo percorso di studi, ci venne naturale riprendere la ricerca.  Scoprimmo con gioia che molti College, nel Regno Unito e in Irlanda, sia pubblici che indipendenti, offrono la scelta di frequentare un programma I.B.

La decisione era presa!

 

 

Che cos’è l’I.B. o International Baccalaureate.

 

 

 

L’International Baccalaureate è un programma di studi, gestito dalla International Baccalaureate Organization, una O.N.G. con sede a Ginevra, che fa parte dell’UNESCO.

La mission definita nel sito è la seguente:

 

“l’I.B. punta a formare giovani cittadini curiosi, competenti e altruisti, che possano contribuire a creare un mondo più pacifico, attraverso il dialogo interculturale e il rispetto".

 

Interessante e complesso, sul sito dell'organizzazione  è possibile trovare un’infinità di informazioni precise e puntuali, ma io cercherò di spiegarti brevemente, cosa in particolare, questa esperienza abbia da regalare ai ragazzi e cosa abbia regalato a noi.

 

 

A cosa serve l’I.B.

 

 

 

Come genitori desideravamo offrire a nostra figlia un’esperienza di valore, che potesse non solo portarla al diploma, ma anche coinvolgerla in qualcosa di bello e nuovo, sfidarla come studentessa ma soprattutto come persona, a fare del proprio meglio.

 

Desideravamo per lei che potesse mettersi in gioco attivamente, non aspettando un futuro non meglio definito, ma che potesse farlo, proprio negli anni d’oro dell’adolescenza, quando i ragazzi e le ragazze si costruiscono come individui, strutturando valori e sogni grandi, che li accompagneranno per tutta la vita.

 

Non sapevamo o non immaginavamo fino in fondo, quanto l’esperienza che stava per affrontare sarebbe stata impegnativa per lei e per noi, ma sentivamo l’urgenza di darle la libertà di crescere, anche e soprattutto lontano da noi.

Così a diciassette anni appena compiuti è partita.

 

Ha scoperto giorno, dopo giorno, un mondo accademico nuovo, ricco e stimolante, fatto di materie già praticate, ma declinate in modo del tutto nuovo, da adulti che, da subito, l’hanno apprezzata, accompagnata e sostenuta nel cammino di apprendimento.

 

L’I.B. serve proprio a questo: a rendere i ragazzi protagonisti dei loro apprendimenti, a fare in modo che si sentano chiamati in prima persona a contribuire attivamente alla vita del gruppo in cui sono inseriti e alla vita della comunità in cui si trovano.

 

Sperimentarsi in questo modo, ovviamente è impegnativo e sfidante, ma offre ai ragazzi anche una notevole consapevolezza e la sicurezza in sé stessi, che viene dal fatto di potersi mettere alla prova in modo concreto e non solo teorico.

 

 

Differenze tra I.B. e sistema scolastico italiano.

 

 

 

Esistono alcune differenze sostanziali tra L’I.B. ed il sistema scolastico italiano, la più rilevante delle quali credo sia data dal fatto, che i ragazzi vengono messi nelle condizioni di diventare protagonisti del loro percorso di apprendimento.

Concretamente questo avviene coinvolgendoli in scelte ed esperienze che li accompagneranno poi per tutta la vita. Vediamone alcune.

 

 

La lingua di studio nell’International Baccalaureate.

 

 

 

Il percorso dell’International Baccalaureate è proposto in tre lingue diverse: principalmente l’inglese, ma esiste anche in francese e spagnolo.

 

Ovviamente agli studenti che scelgono questo percorso, è richiesta una conoscenza approfondita della lingua di studio, che va costruita con largo anticipo, partendo da una pratica intensa, fin dai primi anni di vita o almeno dalla scuola dell’infanzia.

 

Per raggiungere questo livello di approfondimento vanno bene tutti i corsi ed esperienze all’estero ma è soprattutto consigliabile una pratica informale e giocosa della lingua, da vivere anche in famiglia, con serenità e costanza, fin dalla più tenera età.

 

Un’altra cosa che può aiutare molto a raggiugere un ottimo livello di conoscenza di una lingua straniera è scegliere la scuola da far frequentare ai nostri bambini, anche in base al fatto che siano presenti insegnanti madre lingua.

 

 

L’I.B. diploma e la scelta delle materie.

 

 

 

Nel sistema scolastico italiano, agli studenti viene lasciata la scelta su quale tipo di istituto frequentare e i ragazzi in base alle loro attitudini, scelgono un tipo di scuola che possa assecondare le loro inclinazioni.

Le materie, i programmi ed il modo in cui svilupparli, sono però decisi centralmente dal ministero.

 

Il programma dell’I.B. diploma, prevede invece, che gli studenti scelgano su quali materie impostare il loro percorso di studi.

 

In particolare la scelta delle materie può essere fatta attingendo a sei diversi gruppi, avviene immaginando in prospettiva, il futuro percorso accademico e prevede che si svolgano alcune materie a livello alto ed altre a livello standard.

 

I sei gruppi disciplinari vanno a coprire tutta la gamma dei diversi soggetti, la scelta dei quali può già servire per orientare gli studenti verso il loro futuro percorso accademico.

 

Lo studente quindi sceglierà le materie da affrontare, in base alle proprie personali caratteristiche ma anche tenendo conto di ciò che vorrà fare in futuro.

 

 

Componenti obbligatorie del percorso di studi I.B.

 

 

 

Le componenti obbligatorie dell’I.B. e dunque richieste a tutti i candidati, sono tre:

 

L’ Extended essey:

 
è una tesi che il candidato è chiamato a presentare, su una materia specifica, che può anche non fare parte di quelle prescelte e che deve scaturire da un lavoro di ricerca indipendente ed essere composta da 4000 parole.

Viene supervisionata da un insegnante, ma è poi valutata da uno specialista esterno.

 

Svolgendo questo tipo di lavoro gli studenti imparano a sviluppare una serie di abilità di ricerca, analisi, stesura e documentazione che saranno preziose per il loro futuro accademico.

 

 

Theory of knoledg: 

 

o teoria della conoscenza, è un corso che si propone di aitare gli studenti ad accrescere il loro pensiero critico, è utile perché li spinge a farsi domande sulla conoscenza e sul loro modo di imparare.
 

L’ultima componente obbligatoria del percorso I.B. è quella comunemente conosciuta come C.A.S. ovvero:

 

Creativity, Activity e Service. Creatività, azione e servizio:

 

 

Personalmente l’ho trovata una componente preziosa, perché stimola i ragazzi ad uscire dall’esclusivo campo accademico e insegna loro che per una vita felice e ricca, non è sufficiente occuparsi esclusivamente dello studio o del proprio lavoro.

 

Cas è la componente che chiama a vivere esperienze condivise con gli altri, che spinge a superare a volte i propri limiti, che aiuta a comprendere che è attraverso il contributo che arricchisce gli altri, che spesso siamo arricchiti a nostra volta.

 

Le attività spaziano dallo sviluppare un progetto creativo condiviso con i compagni (creativity), al vivere con costanza l’attività fisica ma in autonomia e non con un insegnante che struttura e propone le attività (activity), fino alle attività di volontariato e servizio alla comunità, anche queste declinate possibilmente in modo creativo e condiviso (service).

 

Questa modalità di lavoro, come tutto il programma I.B. nel suo insieme, è molto smart, perché non dice ai ragazzi: fai quello che ti mostro, che poi controllo e valuto il tuo operato; ma dice piuttosto: lavora in modo critico, serio e creativo, sul tuo apprendimento, fai le tue scelte, prendi le tue decisioni, mettiti in gioco con i tuoi gusti, la tua unicità, la tua creatività, fallo insieme ai tuoi compagni, godendo dell’amicizia e del percorso condiviso.

 

L’idea che ognuno sia chiamato a fare del volontariato, dell’attività fisica e della creatività, qualcosa di concreto e non di astratto, mi ha conquistato e spinto a riflettere su quanto questi tre aspetti siano importanti anche nella vita di noi adulti, non solo per il benessere fisico e mentale delle singole persone, ma per quello dell’intera comunità.

 

 

L’Accademic honesty e la valutazione nell’International Baccalaureate.

 

 

Anche questi due aspetti del programma I.B. mi sono piaciuti molto.

Mi sono trovata subito d’accordo con l’Accademic Honesty cioè, l’onestà accademica che viene richiesta agli studenti e alle loro famiglie fin dall’inizio.

Quando nostra figlia ci ha spiegato in cosa consisteva siamo rimasti piacevolmente stupiti, nel vedere che un aspetto, per noi così importante, venisse ufficializzato.

 

Agli studenti viene insegnato a citare le fonti in modo corretto e a praticare la correttezza, che prevede di fare la scelta di non utilizzare, i molti strumenti che oggi consentirebbero di copiare.

E’ un grande aiuto, non solo perché abitua i ragazzi a fare ricerca in modo corretto ma anche perché prepara molto bene al lavoro universitario, ancora più complesso e ricco di sfumature.

 

E per finire, al termine dei due anni di percorso, la valutazione finale degli esami, viene fatta non dai docenti interni ma da personale esterno ed è riferita non al nome dei candidati ma ad un codice, perché sia il più possibile equa ed oggettiva.

 

 

Nell’insieme, tutti questi elementi contribuiscono ad educare i giovani alla serietà e alla responsabilità, sfidano a misurarsi con obiettivi alti, condivisi spesso con colleghi studenti molto in gamba, costringono ad uscire dalla comfort zone, ma regalano anche altrettanti stimoli e la libertà di diventare protagonisti del proprio percorso di crescita.

 

 

Sicuramente non sono riuscita ad essere esaustiva sulla ricchezza di questo percorso, ma se anche solo, ti ho messo un po' di curiosità e voglia di saperne di più, mi ritengo soddisfatta.

 

 

                                                                                                                                                                             Designed by Freepik

Cristina Vitali
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