Come rendere più sicuri i bambini e le bambine.

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 Se c’è una cosa che tutti, ma proprio tutti i genitori desiderano, è vedere crescere i propri figli nella serenità, presupposto indispensabile per ogni tipo di percorso positivo e di successo.

Ma è davvero così difficile riuscirci...

 

Ciò che si considera una vita di successo, può variare molto a seconda dei valori e delle esperienze, ma a prescinedere da questo, aiutare i nostri bambini ad crescere serenità e sicurezza in se stessi, è qualcosa che tutti avvertiamo come molto importante.

Allo stesso modo, tutti dobbiamo essere consapevoli che vivere, un inizio o un periodo difficile, non ci impedisce oggi di lavorare in positivo, per poter raggiugere domani risultati eccellenti.

Andiamo quindi a vedere insieme, alcuni atteggiamenti che i genitori possono tenere, certi che saranno d’aiuto per una crescita serena e positiva dei loro figli.

 

 

Perchè è importante la fiducia e come si manifesta.

 

 

 

Quando si attende l’arrivo di un bambino, si immagina come sarà tenerlo tra le braccia, con la consapevolezza che un grande cambiamento sta per avvenire. In quel momento ognuno di noi ha già in mente una precisa idea di educazione e un altrettanto precisa idea di bambino felice.

 

A volte capita che i nostri bambini non aderiscano alle idee precocette che ci eravamo costruiti e che ci stupiscano con la loro unicità: forse ci aspettavamo che il nostro piccolo fosse tranquillo e lui invece non dorme di notte, oppure credevamo che sarebbe stato intraprendente e lui invece è introverso, o ancora volevamo insegnargli il nostro sport preferito e lui o lei ne amano un altro.

 

Costruire la fiducia e insegnarla ai nostri bambini manifestandola, significa credo, fare il prima possibile quel passaggio che ci porti a vedere il nostro bambino per ciò che è e non per ciò che noi vorremmo fosse.

 

Nel cammino di crescita sono praticamente infinite le occasioni in cui può capitare di trovare i nostri figli su una traiettoria diversa da quella che immaginavamo, ma loro non sono immaginazione, sono tanto reali quanto lo sono i loro gusti, le loro idee, le loro personalità.

 

I nostri figli possono differire da noi talvolta anche in modo significativo e non dobbiamo sentirci delusi o feriti da questo.

 

Semplicemente sono quello che la vita li ha chiamati ad essere.

 

Ciò che davvero conta è rispettare ogni figlio per ciò che è, guardandolo sempre con sincerità e stima, anche se è diverso da come lo avevamo immaginato o diverso da suo fratello e sua sorella.

 

In questo modo, senza neppure rendercene conto, lo aiuteremo a fare lo stesso cioè a guardarsi con sincerità, ad accrescere la propria autostima e a diventare nel tempo la miglior versione di sé stesso.

 

 

Come stimolare l'autonomia nei bambini. 

 

 

 

A volte capita di sentire genitori non più giovanissimi dire che i figli non se ne vogliono andare.

 

I figli non se ne vanno perché un giorno abbiamo deciso che debbano farlo, se ne vanno quando sentono che li abbiamo prearati a stare bene anche senza di noi. Semplice? Difficile?

 

Tutto comincia quando sono piccolissimi e decidiamo di lasciare che possano fare da soli, incoraggiandoli a provare e sbagliare, senza aver paura delle conseguenze.

 

Si sbuccia un ginocchio? Ci saremo per consolarlo. Si sporca mangiando o giocando? Più tardi faremo un bel bagnetto. E via così…

 

Ogni abilità che imparano è potenzialmente una splendida palestra per farli crescere nell’autonomia: vestirsi, lavarsi, mangiare, giocare, entrare in relazione, sono tutte azioni utili per lasciarli sperimentare e così renderli più sicuri di sé stessi.

 

Ogni volta che scelgo di sostituirmi al mio bambino, devo pensare che il messaggio che sto mandando, magari inconsapevolmente, è: lo faccio io perché tu non ne sei capace.

Al contrario se lascio che sia lui a provarci, una, due, dieci, cento volte fino a riuscirci, il messaggio che arriva è: sono sicuro che ne sei capace e anche se oggi non ci sei riuscito, riprovando scoprirai che è più semplice di come sembra.

 

E’ in questo modo che lo educo alla fiducia in sé stesso e nei propri mezzi, lo aiuto a scoprire in quali cose è forte e su quali deve lavorare per migliorare.

 

Capita a volte, a scuola, che qualcuno vedendomi chiedere ai più piccoli di fare da soli, pensi e dica poverino lo aiuto io? Ecco in quel poverino, si nasconde un piccolo seme pericoloso: il rischio che nasca e si consolidi l’idea che non ne sono capace, non ci riesco.

 

Aiutiamoli a comprendere che nessuno nasce già capace e competente, solo ingaggiando una quotidiana sfida ai nostri limiti, diventiamo capaci di superarli.

 

Come genitori dobbiamo solo trovare il giusto punto di vista da cui osservarli, facendogli sentire che ci siamo e li sosteniamo, senza fare le cose al posto loro.

 

 

Cosa possono fare i bambini per aiutare in casa fin da piccoli.

 

 

 

Collaborare significa lavorare insieme, sentirsi parte di qualcosa, aiutarsi a far funzionare le cose nel modo migliore.

Quindi perché non coinvolgere i bambini nella vita della famiglia dando loro fin da molto piccoli l’opportunità di farlo? Come?

 

Chiedendo il loro aiuto per i compiti quotidiani che sono in grado di svolgere: semplici lavori domestici, una telefonata alla nonna, un aiuto al fratellino o sorellina, piccole cose che però hanno un grande valore e li aiuteranno a sentire che il loro contributo è importante e può fare la differenza. A volte è vero brontolano o storcono il naso, ma non è il caso di lasciar perdere.

 

Offrire il loro contributo in casa fin da piccoli, anche quando è impegnativo, aiuterà i bambini a dare valore al lavoro che altri svolgono per loro, a comprendere quanto sia importante ciò che mamma e papà fanno ogni giorno, perché in casa e in famiglia si possa stare bene.

 

Permettendo ai bambini e alle bambine di aiutare in casa fin da piccoli, li aiuteremo a comprendere che nulla è scontato e nulla è dovuto e che le attenzioni che gli altri ci rivolgono, sono un dono. Dal punto di vista educativo credo sia un importante tassello da aggiungere, oltre che un gesto di sincerità e rispetto nei loro confronti.

 

 

Cos'è l'amore in famiglia.

 

 

 

Un'importante espressione di amore in famiglia è, secondo me, la summa dei punti precedenti e di tutto il lavoro che un genitore è chiamato a fare: far sentire al proprio figlio che è amato per il solo fatto di esistere e non perché risponde più o meno bene, alle aspettative degli adulti intorno a lui.

 

Può sembrare un concetto scontato ma non lo è. Non lo è ogni volta che un figlio viene giudicato per le sue scelte, per il suo modo di essere, per i suoi limiti, per le sue fatiche. Non lo è ogni volta che gli viene implicitamente chiesto di essere un bravo bambino o una brava bambina, magari a scapito del suo benessere. Non lo è ogni volta che non viene guardato tenendo conto dei suoi bisogni.

 

Succede invece, che ogni volta che l’amore incondizionato viene posto come punto di partenza, accada il miracolo. Tutto trova una sua corretta collocazione: le debolezze, i limiti, le fragilità che anche i nostri figli sperimentano, possono essere inaspettatamente trasformati in punti di forza.

 

Amandoli per ciò che sono, non si sprecano inutilmente le forze sostenendo conflitti, che per i piccoli si chiamano capricci e per i più grandi diventano difficoltà di adattamento.

Noi non ci sentiamo in colpa per avere figli non perfetti e i nostri figli non si sentono in colpa per averci delusi.

 

Accettandosi con amore per ciò che si è, si costruisce insieme e si tira su una casa unica e bellissima fatta di impegno e serenità.

 

 

Come avere aspettative realistiche ma alte.

 

 

Quanto detto nel paragrafo precedente, potrebbe essere erroneamente inteso come un giocare al ribasso: sono fatto così e quindi non posso cambiare.

 

In educazione il nostro compito è indicare, cioè essere quel dito che mostrando le stelle, li invita e li spinge ad arrivarci.

 

Questo richiede un esercizio costante di collegamento tra l’ordinario, il quotidiano, ciò che siamo oggi e ciò che saremo o potremmo essere domani.

 

Avere aspettative realistiche ma alte, sia sui nostri figli che su noi stessi, significa porsi degli obiettivi onesti e raggiungibili ma che allo stesso tempo possano aiutarci a tenere l’asticella alta, sempre leggermente più in alto di ciò che abbiamo già raggiunto, per sentirci insieme ai nostri bambini e bambine dentro un percorso dinamico, che potrà portarci a raggiungere grandi obiettivi.

 

Giocare al ribasso significa ancora una volta lasciarsi prendere dalla paura di non essere all’altezza, noi e loro, significa non sfidarli a dare ciò che realisticamente possono dare, significa lasciarli orfani di quel sostegno che potrebbe sospingerli a diventare la versione migliore di sé stessi.

 

Teniamo sempre presente che i nostri figli potrebbero davvero stupirci e diventare eccellenti in qualcosa, che noi neppure siamo capaci di immaginare, ma hanno bisogno di qualcuno che li chiami ad essere grandi.

 

 

                                                                                                                                                                               Designed by Freepik       

 

Cristina Vitali
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