Colori ed emozioni alla scuola dell’infanzia: Cappuccetto Rosso e la pastasciutta.

Giocare con i colori i primi giorni di scuola, tenendo presente le emozioni.
Primi giorni alla scuola dell’infanzia: emozioni intense.
I primi giorni di scuola sono impegnativi per tutti gli studenti e gli insegnanti, ma in una scuola dell’infanzia, lo sanno bene sia gli adulti che i, bambini, questi giorni sono un momento delicatissimo, in cui si gioca in modo decisivo la costruzione del gruppo e la definizione del clima al suo interno.
Vivere con superficialità questo momento prezioso, significa spesso assistere all’innescarsi di difficoltà e fatiche che poi risulteranno difficili da recuperare.
Per questo motivo, è sempre bene porre molta attenzione all’equilibrio tra il fare e l’ascoltare, tra il proporre attività e il sentire in modo empatico sia i bambini che i genitori.
E’ un equilibrio da cercare, perché il fare senza ascoltare, ci fa perdere emotivamente tutti quei bambini e bambine, soprattutto i più piccoli o i nuovi iscritti, che sono impegnati nel distacco dalla famiglia o nell’inserimento in un nuovo gruppo e che vivono le emozioni in modo forte, talvolta travolgente.
Solitamente questi bimbi sono davvero pochi, ma capita che qualcuno pianga per giorni e non voglia farsi consolare.
In una sezione di scuola dell’infanzia però, anche l’ascoltare senza fare, è altrettanto pericoloso, perché per i bambini già ben inseriti, apre la porta alla distrazione e all’idea che si possa fare ciò che si vuole e non è di certo questo quello che cerchiamo come insegnanti.
Equilibrio quindi: accogliere, ascoltare, consolare, accudire ma anche fare, con i tanti che sono già sicuri e si buttano senza remore nel gioco, nelle attività e nelle relazioni?
Primi giorni di scuola dell’infanzia: semplici obiettivi da porsi.
Farà sorridere i non coinvolti emotivamente nei primi giorni di scuola, ma se si parla di primo mese di scuola, per grandi e piccini, gira e rigira, l’obiettivo è fondamentalmente uno:
sopravvivere, ai pianti, alle fatiche, alle brontolate e ai capricci, sia a casa che a scuola.
Se il fulcro del lavoro quindi è vivere il distacco e il nuovo inizio, il più serenamente possibile, va da sé che gli obiettivi principali siano:
- riconoscere le emozioni e imparare a comunicarle utilizzando sempre meglio linguaggi diversi
- vivere positivamente le nuove esperienze, condividendole con il nuovo gruppo di appartenenza
- conquistare progressivamente autonomia e consapevolezza.
Tutto il resto ed è davvero molto, viene solo in seguito, quindi ben armati di pazienza, andiamo a scegliere e proporre attività che possano essere iniziate e finite in un tempo tranquillo, che possano essere agite o evitate, se è il caso, senza creare discontinuità o vuoti e che possano, allo stesso tempo, soddisfare tutti quei bambini e bambine che desiderano impegnarsi e mettersi in gioco.
Emozioni e colori per i primi giorni di scuola.
Per questo nuovo inizio di anno scolastico, ho scelto di proporre attività manipolative sui tre colori primari: giallo, rosso e blu.
So che per i più piccini i colori sono sempre una scoperta e per i più grandi una conferma: essere già in grado di fare qualcosa o conoscere già un concetto o un materiale, li proietta nella dimensione della crescita, per cui si sentono importanti e capaci e desiderano condividere con i compagni più piccoli, tutto il loro saper fare.
Quindi partendo dalla proposta di un colore alla volta, ho declinato ogni giorno un diverso materiale per permettere la scoperta del colore attraverso il corpo.
Tempere, pasta modellabile, carta velina, pasta, sabbia cinetica, farine, ogni materiale del colore in questione, è stato utile e prezioso.
Per la scoperta del roso siamo partiti da una nuova versione della fiaba di Cappuccetto Rosso, nata del tutto casualmente.
La fiaba tradizionale è molto amata dai bambini per la presenza del lupo affamato e feroce che tanto li spaventa ma che poi finisce male, così, in un momento di tranquillità, ho deciso di raccontarla cambiando molti elementi narrativi per far convergere l’attenzione dei bambini e delle bambine sul colore rosso.
Il giubbetto della bimba con il cappuccio, le fragole raccolte sul sentiero, le guance dopo la fatica di attraversare il bosco, tutto nella storia era rosso e nel cestino, la nipotina portava alla nonna non le tradizionali medicine, ma un barattolo di tempera rossa per fare insieme dei dipinti.
(mentre narravo, ho tenuto il barattolo nelle mie mani e l’ho agitato ogni volta che nominavo il colore rosso).
Ne è nata una piacevole versione della storia ed una ancor più piacevole attività manipolativa.
Cappuccetto Rosso e il lupo affamato di… qualcosa di rosso.
C’era una volta una bambina proprio come voi, che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso perché aveva una giacchetta con il cappuccio rosso e la amava così tanto, da indossarla tutti i giorni.
Cappuccetto Rosso abitava insieme alla sua mamma, in una piccola casa, proprio al limitare del bosco e quando desiderava andare a trovare la nonna, doveva attraversare proprio quel bosco fitto e scuro, dove nascosto, abitava anche un lupo astuto e molto affamato.
Un giorno la mamma propose a Cappuccetto Rosso di andare dalla nonna, per passare con lei un divertente pomeriggio. Le due avrebbero disegnato, dipinto e per finire avrebbero preparato insieme una squisita torta alla panna con fragole rosse.
Così Cappuccetto Rosso preparò il suo zainetto e lo riempì, non con lo sciroppo per la tosse e la merenda ma con un bel barattolo di tempera rossa, che le sarebbe servita per dipingere insieme alla nonna.
Salutò la mamma e partì, coraggiosa e svelta, si inoltrò nel bosco senza paura.
Conosceva bene la strada e sapeva di dover camminare sul sentiero per non perdersi, solo che ad un certo punto, scoprì un prato punteggiato di fragoline di bosco, piccole e succose, sembravano tante palline rosse nascoste nell’erba.
Una tira l’altra ed ecco che Cappuccetto Rosso, in men che non si dica, si ritrovò in una radura scura e ombrosa, che non conosceva.
Aveva perso la strada ma non si perse d’animo e cominciò a cercare il sentiero ormai lontano.
Li vicino, la osservava da un po', un bel lupo dal pelo nero e lucente, che da qualche giorno non mangiava e aveva quindi una gran fame.
Quando la vide, il lupo pensò che poteva trasformare quella bambina in un delizioso pranzetto: che bel bocconcino, me la mangerò con le patatine e sopra ci metterò un bel po' di ketchup rosso, rosso.
Uscì dal cespuglio e… ciao bella bambina dove stai andando? Chiese.
Ho perso la strada e non so come arrivare dalla nonna, rispose lei. O ma è facilissimo…
E il lupo si mise a spiegare: vai di qui, gira di la, torni indietro poi vai su e alla fine arrivi dalla nonna.
Si peccato che quella era la strada più lunga e mentre Cappuccetto andava di qua e di la, il lupo si affrettò, prese la scorciatoia e arrivò dalla nonna in un batter d’occhio.
Bussò e appena la nonna gli aprì, lui se la mangiò in un sol boccone, altro che patatine con il ketchup rosso, rosso; poi stanco si mise a fare un bel pisolino, russava con la bocca aperta e la lingua a penzoloni.
Di che colore è la lingua? Certo, rossa!
Di li a poco trafelata, accaldata e con le guance… come sono le guance quando si corre? Rosse!
Cappuccetto Rosso arrivò e subito capì che c’era qualcosa di strano: il lupo prima di addormentarsi, aveva indossato il vestito rosso della nonna, ma anche se si credeva furbo, si vedeva benissimo che era un lupo: peloso e con due orecchie appuntite e un gran nasone nero.
Cappuccetto Rosso ci pensò su un po' e poi decise di agire: si mise a fare un gran solletico al lupo, partì dai piedoni puzzolenti e pelosi e continuò sulle gambe, sulla pancia, sotto le braccia e sulla gola, su fino alle orecchie.
Il lupo soffriva il solletico e cominciò a ridere a crepa pelle e rise, rise, finché non ne poté più e ridendo, ridendo, spalancò la bocca e sputò la nonna, tutta intera così come l’aveva mangiata.
Cappuccetto Rosso felice abbracciò la nonna, mentre il lupo tutto agitato saltò su e non sapeva bene cosa fare con quella bambina coraggiosa, che sembrava non avere paura di lui.
Balbettò, farfugliò e alla fine disse: ma io avevo solo fame!!!
Nonna e nipotina allora decisero insieme di fare qualcosa di bello: preparare al lupo una buona merenda. Torta di fragole rosse direte voi, ghiacciolo rosso alla ciliegia, una bella fetta di anguria fresca e rossa… no, niente di tutto ciò.
Ai lupi affamati piacciono le merende sostanziose, così nonna e nipotina decisero di preparare un bel piatto di pastasciutta con pomodoro…rosso.
Dai bambini! aiutiamo Cappuccetto Rosso e la nonna a preparare la pastasciutta per il lupo affamato!
Attività manipolativa e sensoriale sul colore rosso.
- Predisponi l’ambiente per l’ascolto della storia, creando un’atmosfera che sia diversa da quella usuale. Io per farlo spengo le luci e, con qualsiasi tempo, narro le storie con voce bassa, tenendo i bambini e le bambine sospesi, tenendo il filo del racconto ben teso.
- Dopo la narrazione, posiziona i bambini in piedi, intorno ad un tavolo e distribuisci ad ognuno una ciotolina di piccole dimensioni. Io utilizzo quelle di recupero degli alimenti, come formaggi spalmabili.
- Una volta pronte le ciotoline, riempile con un pugnetto di pasta secca, noi abbiamo utilizzato mezze penne e ditalini. Va bene qualsiasi formato purché sia a basso costo.
- Lascia ai bambini e alle bambine il tempo di familiarizzare con il materiale, lascia che osservino, annusino, tocchino, lascia che mescolino e giochino liberamente. Per mescolare ho fornito loro i pennelli che sarebbero serviti in seguito.
- Dopo aver lasciato il tempo di sperimentare, passa da ciascun bambino e schizza sulla pasta il “pomodoro” cioè una minuscola quantità di tempera rossa. La quantità è intenzionalmente minima per permettere ai bambini di osservare la trasformazione del colore e rendersi conto se è sufficiente per dare colore alla pasta o no.
- Passa più volte ad aggiungere la tempera, fino a raggiungere l’intensità di colore desiderata. Vedrai che i bambini si impegneranno a lungo nel mescolare e nell’osservare il loro prodotto.
- Quando vedrai che la tempera sta seccando e le penne si stanno asciugando, puoi chiedere ai bambini e alle bambine di interrompere la mescolatura e di mettere ad asciugare la pasta nel luogo che avrai stabilito, posizionando il più possibile distanziate le varie penne.
- Al termine, una volta completamente asciugata la pasta, spostala in un contenitore capiente insieme ai bambini. Alla fine, il prodotto della manipolazione potrà essere utilizzato successivamente per un collage.
Con questa semplice attività, potrai notare il diverso approccio di ciascun bambino al materiale, alcuni avranno usato il pennello e anche le mani, altri avranno semplicemente mescolato.
Tutti comunque avranno sperimentato il colore in modo intenso e fisico e il lupo potrà fare una bella scorpacciata di pasta asciutta.
Noi ci siamo divertiti molto, se questa attività ti è piaciuta, condividila con chi può esserne arricchito e iscriviti alla news letter per rimanere aggiornato.
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