Storie della buona notte, per insegnare ai bambini ad essere liberi.

Storie della buona notte, per insegnare ai bambini ad essere liberi.

C’era una volta una volpe… c’era una volta una bimba…

 

 

 

 

Come iniziano le storie: Mamma volpe e i volpacchiotti affamati.

 

 

 

 

La storia che desidero raccontare oggi ha due protagoniste: una volpe e una bambina, entrambe libere ed entrambe vivaci e curiose.

 

La volpe e la bimba sono entrambe esistite, anche se in modo diverso: una era fatta per entrare nei sogni dei bambini appena prima di dormire, l’altra era nata libera di correre tra boschi, prati e montagne.

 

In questi giorni di fine estate, ricordo quando le vacanze non erano solo estive e le scuole non iniziavano, come ora, in settembre.

 

 L’estate scorreva lenta e l’autunno arrivava con i suoi colori, la forma delle nuvole, gli odori, le consistenze tutto parlava in modo concreto e tangibile senza passare attraverso il filtro di uno schermo.

 

Dai tre mesi di vita, ai sei anni di età, mi è capitato di trascorrere quello scorcio di fine estate con i miei nonni, in montagna, più in particolare in alpeggio, condividendo la vita dei bergamini.

 

Allora da quelle parti erano quasi tutti vecchi montanari con le loro mandrie, che trascorrevano l’estate in montagna e scendevano in pianura solo per l’inverno.

 

Forse non erano davvero vecchi ma almeno così sembravano a me, unica bambina che trascorreva l’autunno con loro, coccolata da tutti, sempre accolta con tenerezza, anche da chi, per sobrietà e pudore, nascondeva sguardi e sorrisi, sotto le falde del cappello.

 

Erano uomini di davvero poche parole, sempre impegnati nel loro duro lavoro ma spesso anche assorti, persi a scrutare il cielo e i suoi auspici, capaci di leggere nella direzione del vento o nell’andare delle nuvole, segnali per me incomprensibili.

 

La storia di Mamma volpe e dei volpacchiotti affamati è iniziata così: il racconto di un’esperienza di libertà.

 

Come tutti i bambini e le bambine di quell’età, anch’io avevo le mie paure: i temporali forti in montagna, dietro il fragile e vecchio tetto di una stalla, possono essere davvero spaventosi e lo erano per me, che mi stringevo a papà facendomi piccola, con il cuore che sembrava uscirmi dal petto.

 

Un’altra cosa che mi faceva davvero paura, strano a dirsi, erano le vacche, enormi ai miei occhi, con i loro campanacci e gli sguardi miti, ma davvero troppo grosse, rispetto a me così piccina.

 

Amico di mille avventure invece, a cui avrei tranquillamente messo le mani dentro le fauci per quanto mi fidavo di lui, era Dog un fulvo, coraggioso, sensibile e instancabile Cane da Pastore Bergamasco.

 

Non ho foto di lui ma, anche senza chiudere gli occhi, posso risentire il suo morbido pelo color isabella e rivedere i suoi occhi dolci e la sua tranquilla intelligenza.

 

Sembrano passati secoli da quando le persone sapevano guardare alla natura come ad una parte di sé, secoli da quando le fiabe della buona notte, raccontavano della capretta Bianchina che si era persa ed era finita in un burrone o di una volpe affamata e dei suoi “volpacini”.

 

 

 

 

Cosa ci insegna la fiaba?

 

 

 

 

Le fiabe di un tempo raccontavano di un mondo incantato, quello che abita i sogni di tutti i bambini e le bambine in ogni epoca e in ogni paese, ma sapevano anche raccontare di cose concrete.

 

In tutti i paesi del mondo, le fiabe raccontano di come la natura vada compresa e rispettata, di come gli animali facciano parte della nostra vita e la rendano migliore, di come poter godere di un ambiente vivo e integro, arricchisca profondamente chi ha la fortuna di viverci.

 

Sembrano passati secoli da quando i bambini erano liberi di alzare gli occhi verso le nuvole o di abbassarli su un prato, come facevo io, ma non è così.

 

Fin qui ho raccontato della bambina ma… nella storia però c’è anche una volpe: Mamma volpe, insieme ai suoi volpacchiotti, vivaci ed affamati.

 

Quante avventure vissute con loro, prima di dormire. La volpe e i suoi cuccioli, cinque per la precisione, prendevano corpo nei racconti della nonna e ogni sera mi portavano con loro sui sentieri ombrosi del bosco, sui pascoli nelle notti di luna piena, nella loro tana calda e protetta.

 

Le fiabe ascoltate quando eri piccolo non ti lasciano mai e credo sia opinione comune, che aiutino ogni bambino e bambina a crescere con un corredo di cura e di sapere, che è come un ponte costruito tra le generazioni.

 

Questo ci insegna la fiaba: da bambini a lasciarci portare sulle ali della fantasia e da adulti a costruire un pezzetto di quel ponte e ad essere con questo cura; per questo le fiabe sono così importanti.

 

 

 

 

Quali sono i benefici di leggere le fiabe ai bambini?

 

 

 

 

Come ho già fatto in numerose occasioni, mi piace ripetere ancora una volta che raccontare le fiabe ai bambini e alle bambine è una delle esperienze più divertenti, intense e intime che si possano provare.

 

Da nonni, come nel caso della storia di Mamma volpe e i volpacchiotti affamati, da genitori, da insegnanti e da storyteller, sempre, raccontare una storia costruisce ponti verso il domani e lo fa fornendo ai bambini strumenti e valori, suscitando domande e regalando risposte, divertendo e stimolando.

 

Il racconto di una storia non è mai un’esperienza passiva, non lo è per chi ascolta e non lo è per chi narra.

 

E’ più comodo certo fornire ai bambini un video racconto, ma non ha in alcun modo lo stesso valore.

 

Le espressioni del viso, gli sguardi, il tono della voce, il linguaggio utilizzato, i movimenti del corpo, il coinvolgimento emotivo, che si vivono con la lettura o il racconto orale di una storia, sono assolutamente insostituibili.

 

Ma i benefici di leggere le fiabe non si fermano qui: tanti problemi di linguaggio che insorgono nei bambini, potrebbero essere contenuti o minimizzati con il racconto quotidiano, fatto da subito dopo la nascita, tante difficoltà di ascolto e comprensione, che si evidenziano a scuola, potrebbero essere prevenute, anche usando il racconto e la lettura come strumenti intenzionali di stimolo.

 

Oggi i bambini, anche i più piccini, sprofondano con gli occhi e con tutti sé stessi, dentro uno schermo che li inghiotte, basta guardarli, rimangono insensibili a ciò che li circonda, attenti solo a ciò che hanno in mano.

 

 

 

 

Insegnare ai bambini ad essere liberi attraverso una storia o un libro.

 

 

 

 

Alzavo gli occhi verso le nuvole e li abbassavo sul prato, questa era la mia libertà quando ero piccola e questa libertà mi ha permesso di crescere creativa e resiliente, di sperimentarmi sia nelle difficoltà che nelle conquiste.

 

Lasciamo ai nostri bambini e bambine la stessa libertà, permettiamo loro di fare esperienze e garantiamo che una di queste esperienze sia la lettura o il racconto quotidiano.

 

Insegnare ai bambini ad essere liberi attraverso una storia o un libro, è il modo migliore per fornire muscoli emotivi e cognitivi che crescano con loro, che li accompagnino per tutta la vita, regalando sicurezza e forza.

 

Per questo la storia di Mamma volpe e dei volpacchiotti affamati, vuole essere solo un piccolo, prezioso, strumento, da usare la sera prima di dormire o quando vorrete, per raccontare e condividere.

 

 

 

 

Mamma volpe e i volpacchiotti affamati: una fiaba e un sogno uscito dal cassetto.

 

 

 

 

Se le fiabe sono preziose perché costruiscono un ponte tra le generazioni, è per costruire il nostro pezzetto di ponte che, Alessandro Zenari con le sue meravigliose illustrazioni e io, abbiamo creato la storia di Mamma volpe e i volpacchiotti affamati.

 

 In questo piccolo libro, abbiamo fatto rivivere i nostri ricordi e le nostre radici, che piano piano sono diventate tronco, rami e nuovi germogli.

 

 

Il sogno è uscito dal cassetto grazie all’aiuto di alcune persone speciali, a tutti loro va il mio grazie
 per aver fatto diventare un semplice racconto orale, qualcosa di vivo e tangibile.
Cristina Vitali
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