Scout che cosa fanno e che cosa hanno da regalare al tuo bambino.

Scout che cosa fanno e che cosa hanno da regalare al tuo bambino.

Sono banalmente famosi per le buone azioni da manuale, ma il metodo Scout regala ai bambini davvero tanto altro.

 

Sir Robert Baden-Powell, il fondatore dello scoutismo, è nato nel 1857 e il movimento Scout è nato nel 1907, eppure questo movimento non è mai invecchiato e ancora oggi, in tutto il mondo, è giovane e vitale, come se il suo cammino fosse appena cominciato.

 

Come è formato un gruppo Scout.

 

 

 

Premetto subito che non sono stata e non sono una Scout.

La mia conoscenza del movimento deriva dall’averlo scelto come proposta educativa per mia figlia, dall’averlo praticato come genitore per anni partecipando alle occasioni e agli incontri pensati per le famiglie e, alla fine, dall’aver goduto nell’essere, insieme a mio marito, parte attiva come cambusiera ad alcuni campi.

 

Un gruppo Scout nel suo insieme è composto da bambini, ragazzi e giovani che fanno parte di diverse Branche, sottogruppi, che a seconda delle diverse età, assumono nomi diversi e svolgono differenti attività.

I bambini e le bambine, generalmente entrano nel gruppo a 7-8 anni, quando frequentano la classe terza della scuola primaria, andando a far parte del Branco e diventando Lupetti e/o Coccinelle.

Successivamente, nel periodo della preadolescenza, da 11-12 anni fino a 16 anni, passano in Reparto e prendono il nome di Esploratori e Guide, in fine dai 16-17 anni fino a 20-21, entrano a far parte del Clan diventando Rover e Scolte.

 

Alla fine del percorso, una volta cresciuti, qualcuno rimarrà nel gruppo, diventando a sua volta Capo Scout ed entrando quindi a far parte della Comunità Capi, l’organo che coordina il gruppo, organizzando le attività e fornendo allo stesso l’impronta educativa.

 

Tutti gli altri partiranno, con il bagaglio di doni che lo scoutismo ha fatto loro e di cui godranno per tutta la vita.

 

 

Cosa si fa agli Scout.

 

 

 

Nei gruppi Scout si fanno tantissime esperienze e le attività proposte sono diverse a seconda delle età.

 

Per quanto riguarda i più piccoli, la differenza che mi sembra più significativa è tra le proposte fatte in sede, dove si svolgono le attività settimanali e le attività che invece si svolgono durante le uscite, i cosiddetti campi Scout.

 

Gli incontri per i più piccoli solitamente si svolgono il sabato pomeriggio e qualche volta la domenica.

Lupetti e/o coccinelle, si ritrovano dunque con i loro capi ogni fine settimana e nel corso del pomeriggio intraprendono diverse attività e giochi, che sono svolti prevalentemente all’aperto: avventure, scoperte, camminate, chiacchierate, letture, ma anche attività teatrali, canto, educazione alla spiritualità.

Il tutto condito con una buona dose di gioco e divertimento.

 

Se dovessi in una parola raccontare la ricchezza di questi pomeriggi, che per anni hanno scandito i nostri sabati, credo che mi soffermerei sull’esperienza della fratellanza.

Si perché lo scoutismo è un po' come l’esperienza di una famiglia numerosa dove i più grandi si prendono cura dei più piccoli e dove insieme si affrontano fatiche e conquiste.

In un mondo sempre più popolato da figli unici, credo che questa sia una risorsa preziosa.

 

Nel corso delle tante proposte, spesso vissute all’aria aperta, ai bambini è data la possibilità di mettersi alla prova con attività sfidanti: una per tutte le lunghe camminate, durante le quali chiacchierare e crescere nell’amicizia, anche facendo fatica e scoprendo, a volte che qualcuno tiene una mano sul tuo zaino per alleggerirti.

 

Non mancano mai poi, giochi divertenti, da fare divisi in squadriglie, per aggiungere un po' di sana competizione.

Inoltre, ai lupetti ogni settimana, viene narrata una storia del Libro della giungla  di Rudyard Kipling, per far volare la fantasia ma nel concreto, visto che i capi portano i nomi di Bageera, Ka, Akela, Baloo,i diversi personaggi e  in questo modo ai bimbi viene offerta l'occasione di immedesimarsi nelle vicende del protagonista Mowgli e dei suoi amici lupi.

 

Ogni sabato poi, si condivide una merenda semplice, preparata a casa dai bambini stessi e ci si ritrova sudati e stanchi, ma incredibilmente contenti di stare li.

 

Non ultima, inserita nell'insieme delle altre attività, viene l’educazione alla spiritualità, vissuta in modo divertente ed intenso, soprattutto nei gruppi dell’AGESCI.

Ancora oggi, in famiglia, ridiamo ripensando a come fu proposta in un’occasione la storia di Zaccheo.

 

 

I Campi Scout.

 

 

 

Sempre per i più piccoli (ma non solo), un altro capitolo molto importante ed impegnativo è costituito dai campi Scout, le uscite di gruppo, brevi o lunghe, che si svolgono più volte nel corso dell’anno.

 

Le attività proposte nel corso dei campi, non differiscono in modo troppo significativo dalle proposte fatte in sede, ma ciò che davvero fa la differenza è il fatto che ai bambini e alle bambine viene chiesto di pernottare fuori casa, quindi lontano dai genitori e di svolgere in autonomia una serie di piccoli compiti, come badare al proprio materiale, lavare ed asciugare la propria gavetta dopo il pranzo, gestire il proprio abbigliamento e soprattutto, imparare a poco a poco ad acquisire quel distacco emotivo che consenta loro di stare bene, anche senza la presenza rassicurante dei genitori.

 

Per noi questo è stato un capitolo impegnativo e talvolta faticoso, ma proprio per questo ancor più utile e prezioso.

 

Stare lontani per una o più notti, ha aiutato noi genitori a ritrovarci come coppia e nostra figlia a fare una bella ginnastica emotiva, che altrimenti non avrebbe mai fatto.

 

Dentro l'esperienza dei campi Scout poi, nascono amicizie, rodate e cesellate dentro la fatica e la gioia di essere liberi, altra esperienza che in tempi di genitori elicottero, ai nostri figli generalmente non è più dato di fare.

 

Questa è la preziosità dell’esperienza Scout.

 

 

Perché mandare i figli agli Scout.

 

 

 

Mandare i figli agli Scout è prima di tutto una scelta.

 

Credo che per i genitori che sono stati a loro volta Scout, sia tutto più semplice e che vadano sul sicuro, scegliendo di regalare ai loro bambini la stessa esperienza di valore vissuta a suo tempo da loro.

Per gli altri, quelli come me, la scelta è un po' più inconsapevole e fatta con una certa dose di incoscienza, perché in fondo, non avendo sperimentato di persona certe cose, non è così immediato affidarsi e dare alle esperienze il valore che meritano.

 

Io ci sono arrivata attraverso la testimonianza di altri, tutti gli Scout che nel corso del tempo ho incontrato e conosciuto e che mi sono parsi talmente contenti e fieri, del loro essere Scout, da farmi intravvedere una ricchezza, che allora potevo solo intuire e che con il tempo ho invece scoperto in tutta la sua profondità.

 

Ho avuto la fortuna di crescere con genitori che, in tempi ormai lontani, hanno iniziato me e mio fratello ancora bambini, al volontariato, portandoci con sé in una comunità famiglia per ragazzi diversamente abili.

Così percorrendo questa via, durante l’adolescenza ho potuto sperimentarmi in altre esperienze di volontariato, che mi hanno portato a conoscere molte persone di valore tra cui diversi Scout.

 

Arrivavano da diverse parti d’Italia, con le loro uniformi e gli zaini sulle spalle, facevano le stesse cose di tutti gli altri ma con un entusiasmo e uno stile tutto loro.

 

Li porto ancora tutti nel cuore, con i loro pantaloni corti (anche in inverno) e le maniche del camicione arrotolate, a significare l’amore per la natura e per l’essere uomini e donne del fare.

 

In definitiva credo che un buon motivo per mandare i figli agli Scout sia farlo per aiutarli anche in questo modo a crescere più liberi e forti.

 

 

 

I valori dello scoutismo.

 

 

 

E’ davvero commovente vedere i lupetti e le lupette, piccini nelle loro uniformi, emozionati ed attenti, mentre pronunciano uno alla volta la loro Promessa.

 

“Prometto con l’aiuto e l’esempio di Gesù,

di fare del mio meglio per migliorare me stesso,

per aiutare gli altri, per osservare la legge del branco.”

 

 

Ma è ancor più bello pensare che a dei ragazzi e ragazze adolescenti, venga proposta una Legge come quella Scout, impegnativa e sfidante.

 

Riporto di seguito i dieci punti che la definiscono, per lasciar intravvedere, quanto un movimento educativo che si orienta in questa direzione, abbia da regalare ad ogni ragazzo e ragazza.

 

 

  1. Lo Scout considera suo onore il meritare la fiducia.
  2. Lo Scout è leale.
  3. Lo Scout è sempre pronto a servire il prossimo.
  4. Lo Scout è amico di tutti e fratello di ogni altro Scout.
  5. Lo Scout è cortese e cavalleresco.
  6. Lo Scout vede nella natura l’opera di Dio, ama le piante e gli animali.
  7. Lo Scout obbedisce prontamente.
  8. Lo Scout sorride e canta anche nelle difficoltà.
  9. Lo Scout è laborioso ed economo.
  10. Lo Scout è puro di pensieri, parole e azioni.

 

 

Avere una direzione simile cui tendere, credo sia davvero d’aiuto in un’età delicata ed impegnativa come l’adolescenza e farlo con altri amici, con cui si è cresciuti, credo sia una grande ricchezza.

 

Personalmente ho cercato di approfondire queste idee, perché volevo saggiarne la consistenza e la declinazione concreta e devo dire che leggendo la biografia e gli scritti di Sir Robert Baden Powell, semplicemente B.P. per gli Scout, li ho trovati ricchissimi di spunti educativi di valore.

Non so come, ma pur essendo una figura contestualizzata nel suo tempo ed in un luogo ben definito, B.P. è riuscito ad offrire un messaggio universale di fratellanza e attivismo che ancora oggi ha molto da dire.

 

 

 

                                                                                                                                                                                Designed by Freepik

Cristina Vitali
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