Londra con i bambini: entrare in una scuola vittoriana al Museo delle Ragged School.

Un piccolo museo a Londra, affascina con le storie dei bambini e delle bambine di un tempo.
Alla scoperta del Museo delle Ragged school a Tower Hamlets, London.
Il Museo si trova a Mile End, nel Borrough of Tower Hamlets, East End di Londra, sulle rive del Regent’s Canal, qui è stato salvato dalla distruzione un edificio di epoca vittoriana, che racchiude come in uno scrigno, la meraviglia di storie che altrimenti sarebbero andate perdute.
Sono le storie dei bambini e delle bambine che hanno frequentato questa piccola scuola e sono la storia dell’uomo che questa scuola ha immaginato, voluto ed edificato concretamente e moralmente.
Nel corso del 1800, a Londra, dopo un’epidemia di colera, si moltiplicò ancor più spaventosamente il grande numero di bambini in condizioni di deprivazione sia economica che morale, alcuni di loro erano orfani e molti altri avevano genitori in grande difficoltà.
Fu in questo particolare momento che, un medico, Thomas Barnardo, arrivò a Londra e realizzata la grave situazione, decise di agire, tentando di dare una risposta oltre che ai bisogni primari, anche a quelli educativi di questi bambini e bambine.
Barnardo, nel 1877 aprì la sua prima Ragged School, scuola per straccioni, riuscendo in questo modo a dare voce e corpo, prima di tutto ad un suo intimo progetto, che lo chiamò nel corso della vita ad istituire ben 96 scuole, in diverse località e a dar vita ad una realtà educativa tutt’ora esistente.
E’ il 1844, quando nasce la Ragged School Union e il 1908, quando le Ragged School vengono chiuse, sull’onda di un intervento statale, teso a rispondere alle esigenze di istruzione delle classi meno abbienti.
Nel periodo di tempo tra queste due date, si dipanano le storie di migliaia di bambini e bambine, di donne e di uomini che deposero nelle aule delle Ragged School, le loro speranze di cambiamento.
Il museo di Copperfield Rd custodisce e tramanda queste storie e le salva dall’oblio.
Il movimento delle Ragged School:
Barnardo, Dickens, Shaftesbury, Burdett-Coutts e gli altri.
Il sito del Museo, oggi gradevolissimo, era un tempo abitato dalle classi meno abbienti e da famiglie di lavoratori che solo per poter sopravvivere lavoravano, un interminabile numero di ore.
Le condizioni di lavoro e di vita erano tali, che quando il Dottor Barnardo le scoprì, ne rimase profondamente colpito, tanto da modificare il suo originario progetto di andare in missione, in favore del fermarsi a Londra e lavorare per queste persone.
Le storie dei piccoli accolti in queste scuole, sono spesso simili a quelle magistralmente descritte da Charles Dickens nelle sue opere, raccontano della lotta per la sopravvivenza di adulti e bambini, in una Londra dai tratti oscuri, descritta in modo impietoso.
Le sue novelle, in particolare Oliver Twist e Canto di Natale, ci avvicinano alle vite di questi bambini, soli e indifesi, figli di genitori, talvolta troppo poveri, malati o deboli, per provvedere ai propri bisogni e a quelli della famiglia.
Ho sempre amato Dickens e le sue opere e quando ho scoperto che egli stesso, a causa dei rovesci economici del padre, fu uno di questi bambini, la mia prospettiva su di lui e sul suo lavoro è completamente cambiata.
Il film Dickens: l’uomo che inventò il Natale, è illuminante in questo senso e racconta delle grandi sofferenze patite dallo scrittore, quando era solo un bambino e fu improvvisamente costretto a lavorare.
Privazioni, umiliazioni, traumi hanno fatto parte della vita di questi bambini e bambine, ma non tutti sono rimasti indifferenti alle loro sofferenze.
Dickens dicevamo, ma anche altri benefattori, come il Conte di Shaftesbury o la Angela Burdett-Coutts, una giovanissima ereditiera anticonformista, che dedicò la sua intera vita a realizzare un complesso progetto di sviluppo sociale, fino a divenire la più grande filantropa del suo tempo, o la pittrice Dorothy Stanley che scelse di immortalare i bambini di strada nelle proprie opere.
Molti bambini e bambine, grazie all’opera di benefattori, hanno saputo però trovare la strada per migliorare le proprie condizioni e in questo, l’istruzione offerta dalle Ragged school, ha avuto un ruolo non solo assistenziale ma, per alcuni, determinante.
Per questo motivo scuole come quella di Copperfild Rd sono un monumento alla resilienza, al cambiamento e a quella che oggi forse chiameremmo crescita personale.
Possiamo solo immaginare quanta fatica sia costata questa resilienza, ma sapere che per qualcuno frequentare una scuola, abbia fatto tutta la differenza, mi riempie di ammirazione, per gli uomini e le donne che le hanno volute e soprattutto per quei bambini e bambine che hanno potuto fare di queste scuole, la loro casa e il loro rifugio, ancor prima che un luogo dove imparare e crescere.
Le attività del Museo delle Ragged School.
Nel museo visitabile oggi, è stata perfettamente mantenuta l’atmosfera dell’epoca vittoriana: lo spazio fisico, gli arredi, le finestre con le vetrate antiche, i pavimenti, le scale, ogni cosa, racconta di quei bambini e bambine i cui sguardi e le cui immagini accolgono i visitatori proprio all’ingresso.
I loro volti e i loro nomi, danno spessore all’incontro e ci dicono che quello di cui si parla non è finzione ma vita ed è bellissimo pensare che ancora oggi, intere classi di alunni delle scuole, frequentino questo museo e vengano accolte da “insegnanti”/attrici in costume, che li introducono alla vita in una scuola di epoca vittoriana.
Bambini e bambine, talvolta essi stessi in costume d’epoca, si ritrovano seduti tra gli antichi banchi di legno di una classe, per ascoltare, fare domande, ridere, svolgere attività e giocare, così che il museo risuona delle voci dei bambini, proprio come un tempo.
Le attività proposte dal Museo delle Ragged School sono molteplici e vanno dal lavoro con le scolaresche, alla strutturazione di mostre a tema, fino alla proposta di concerti e attività diverse, per le famiglie e per i visitatori.
Al suo interno è stata anche ricreata un’ambiente d’epoca con cucina, letto, arredi e suppellettili, per aiutare i visitatori ad immergersi nella vita quotidiana di una famiglia del tempo.
Gradevolissima anche una sosta al Ragged Café, situato sotto il museo, che accoglie e invita ad una pausa, in un ambiente piacevole e inconsueto, proprio sulle rive del Reggent’s Canal.
Scuola e povertà ieri e oggi: il cambiamento possibile.
Visitare il Museo delle Ragged School mi ha fatto pensare all’infanzia dei miei nonni e bisnonni.
Tutti giovani, emigrati in India o in America, andati oltremare con il desiderio di migliorare la propria vita e quella dei propri cari, partiti senza mezzi e senza istruzione, in balia di chiunque e morti giovanissimi.
Né loro, né i loro figli, hanno avuto la benché minima possibilità di studiare.
Nell’Italia di fine 800, le scuole, anche quelle solitamente mantenute da religiose, richiedevano un pagamento e le rette, se pur basse, di certo non erano accessibili per le famiglie più umili.
Ricordo il racconto di mia nonna e la sua delusione per aver chiesto di poter proseguire gli studi, dopo la seconda elementare e di non averlo potuto fare, perché il giovane padre, amareggiato, non disponeva del denaro necessario per pagare la retta.
Quando mi guardava fare i compiti o studiare, non mancava mai di ripetermi quanto fossi fortunata.
Sono passati gli anni, il mondo corre, talvolta anche troppo, ci sentiamo distanti anni luce dalla vita di tutte queste creature ma forse non siamo andati poi così lontani.
Ecco il motivo per cui, secondo me, il museo delle Ragged School è speciale: perché parla di tutti i bambini e le bambine, non solo quelli di un tempo, che hanno nel cuore e nel DNA, l’amore per la conoscenza e che non possono svilupparlo per un qualsiasi motivo.
Anche oggi povertà, guerre, discriminazione, violenza, sono spesso le ragioni della disfatta educativa.
Per dirla con le splendide e commoventi parole di Malala, nel suo discorso all’assemblea dell’ONU del 2013:
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo."
Sono parole attuali e ci dicono quanto ci sia ancora da fare, per rendere l’istruzione un diritto di tutti e quanto il lavoro di ciascuno di noi, possa essere prezioso.